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A Lamezia si manifesta contro il regionalismo differenziato

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studenti in corteo contro il regionalismo differenziato-LameziaTermeit

Gli studenti scendono in piazza per manifestare contro il regionalismo differenziato

LAMEZIA. “Basta dormire, bisogna svegliarsi!”. Gli studenti di alcuni istituti lametini hanno preso parte alla manifestazione organizzata dai Partigiani della scuola pubblica contro il regionalismo differenziato.

Tre regioni del Nord: Veneto, Lombardia, Emilia Romagna richiedono un’autonomia differenziata che prevede che possano ottenere forme e condizioni particolari di autonomia – appunto – in una serie di materie, tra cui quelle non poco importanti quali sanità e istruzione.

Tutta una serie di competenze verrebbero dunque trasferite dallo Stato alle regioni del Nord e, quindi, anche le risorse per gestirle. In particolare, per Veneto e Lombardia si tratta per il dislocamento di bene 23 competenze, che vanno dalla scuola alla Protezione civile; mentre l’Emilia richiede più poteri su 15 materie.

Non solo, la Regione Veneto chiede che queste risorse siano proporzionate e calcolate in base al loro gettito fiscale. Quindi – in poche parole – le regioni più ricche dovrebbero avere diritto a più soldi da parte dello Stato.

Non stupisce dunque che le regioni meridionali abbiano da dire la loro in merito, considerando il profondo gap – in termini di disoccupazione giovanile, qualità della vita e trasporti, per esempio – che da decenni divide i due poli opposti del Bel Paese.

Anche la Calabria ha deciso di far sentire la propria voce. Proprio qualche giorno fa, forze politiche, sindacali e sociali della regione si erano riunite in assemblea, organizzata dai Partigiani della Scuola Pubblica a Lamezia Terme, per contrastare il processo di secessione ed esprimere il proprio dissenso.

In questo quadro si inserisce la manifestazione in atto in questo momento per le strade lametine. È importante infatti coinvolgere anche le scuole e sensibilizzare gli studenti.

“Gli studenti guardano al futuro – afferma il professore Walter Nocito, docente Unical di Diritto Pubblico in corteo insieme ai ragazzi –. Chi pensa allo Stato, all’economia, alla Nazione con la “n” maiuscola guarda la futuro. È bene che gli studenti si impegnino su questo tema”.

“Sarebbe però opportuno – continua – che se ne occupassero anche altri settori: quello della sanità; il settore dell’ambiente; il settore dei servizi e della giustizia ma anche della forze dell’ordine. Perché quando lo Stato perde funzioni, si erode, si disgrega il tessuto nazionale, cadono in disgrazia tutti i servizi pubblici essenziali e quindi la vita collettiva di una nazione”.

In testa al corteo la docente del Liceo Campanella di Lamezia Terme Enzina Sirianni e Rosella Cerra dei Partigiani della scuola pubblica, seguite dai propri studenti, manifestano oggi contro il regionalismo differenziato.

Manifestare si rende necessario poiché il regionalismo rappresenta un pericolo il cui rischio concreto è quello di frantumare la Nazione e che rischia, secondo le docenti, di creare regioni di serie A e regioni di serie B. Di conseguenza anche i servizi stessi di queste regioni, dovessero passare in autonomia differenziata, varieranno rispetto ai servizi delle regioni che invece non saranno in autonomia differenziata.

Dunque andrebbe a penalizzare le regioni più “deboli”. Il timore, in particolare, è che i servizi già carenti nella nostra regione, quali sanità e scuola, subiscano pesanti conseguenze.

“Noi stiamo lottando anche per il Nord, perché capisca che una Nazione spezzettata non serve a nessuno”, gridano i Partigiani della scuola pubblica.

V.D.

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