Lamezia. Mascaro si insedia al Comune: tanta emozione ma anche tanta voglia di fare
2 min di letturaLAMEZIA. Dopo la proclamazione in tribunale è arrivato al Comune in via Perugini intorno alle 12.30 di oggi. Ad accoglierlo gli impiegati comunali, molti consiglieri neoeletti, i familiari e i collaboratori fedelissimi di sempre. I primi minuti di Paolo Mascaro, nuovamente sindaco della città trascorrono negli uffici del palazzo municipale tra abbracci, lacrime trattenute a stento e pacche sulla spalla.
A porgergli la fascia tricolore sono gli stessi impiegati. I commissari prefettizi ormai se ne sono andati da un pezzo e nessuno dei componenti della terna è rimasto negli uffici per il tradizionale ‘passaggio di testimone’ col sindaco neoeletto. A riparare alla palese scortesia istituzionale ci pensa per primo il ‘mitico’ Francesco Carrozza, dipendente storico del Comune, che porge la fascia al sindaco già all’ingresso. Nel salone municipale si tiene poi la cerimonia ufficiale di insediamento col segretario generale Maurizio Ceccherini e la funzionaria Elisa D’Ippolito. Stavolta a mettere la fascia al collo del sindaco è il figlio, Salvatore Mascaro. Durante la breve ma intensa cerimonia gli applausi si susseguono, il salone municipale è gremito di gente. Mascaro prende la parola e ricorda prima di tutto la tragedia degli otto ciclisti mai dimenticata da tutti i lametini. Il sindaco poi ringrazia tutti coloro che lo hanno sostenuto nella lunga ed estenuante battaglia per ritornare alla guida della città.
“Ora è giunta l’ora della pacificazione – ha detto Mascaro – è giunta l’ora della serenità e dell’operosità di tutti perchè questa città possa andare avanti. Nessuno steccato, nessuna divisione. La partita della vita la gioca ora la città”. “Da parte nostra porte spalancate a chiunque, alla città che ha sofferto tanto e che ha subito due anni di gestione commissariale in cui non si è mai identificata. Si riaprono – ha evidenziato Mascaro – le porte alle problematiche dei cittadini, da oggi si lavora tutti insieme. Il mio pensiero va prima di tutto ai dipendenti comunali che, negli ultimi due anni, hanno lavorato in condizioni di grandi difficoltà. Dietro di noi non c’è nessuno, nessun gruppo, nessun potentato, soltanto il vento del popolo lametino”. m.s.