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PD Lamezia: il mondo immaginario dell’ex assessore Bambara

4 min di lettura
gennarino masi

Commissariamento del Comune di Lamezia Terme: la difesa insoddisfacente dell’ex assessore Bambara e le responsabilità affossate

Di fronte al commissariamento del Comune di Lamezia Terme, disposto dal Ministro dell’Interno, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, leggiamo con stupore la difesa d’ufficio dell’ex assessore ai servizi sociali (dell’amministrazione Mascaro) Teresa Bambara, già dirigente del Settore risorse umane e poi dei Servizi alla persona, sia con l’attuale governo locale di centrodestra che con la precedente amministrazione Speranza.

L’ex dirigente/assessore Bambara, nella lunga e tormentata difesa, sembra vivere in un’altra realtà, tanto che non riesce a giustificare sé stessa, né l’amministrazione Speranza, né il sindaco Mascaro con l’intera giunta in carica.

La Bambara nella sua dissertazione sembra voler incantare i cittadini ignari, fallendo però clamorosamente nella direzione di coloro i quali sono ben informati sull’intera situazione in cui versa il Comune di Lamezia.

Non spiega, peraltro, perché il Ministero dell’Interno abbia commissariato il Comune e perché mai l’Ente non abbia raggiunto gli obiettivi che esso stesso si era dato.

Il fatto che siano stati commissariati altri comuni non alleggerisce la posizione dell’operato dell’amministrazione Mascaro e certamente non giustifica la gravità della situazione nel suo complesso, che la Bambara ha vissuto sia come dirigente che come organo di indirizzo proprio del Settore delle politiche sociali.

Per essere espliciti, il decreto del Ministero dell’Interno del 18 ottobre 2024 annovera il Comune di Lamezia tra i Comuni inadempienti per non aver raggiunto gli obiettivi sulle politiche sociali, asili nido e trasporto studenti con disabilità, proprio nel periodo 2022-’23, in cui ha ricoperto il ruolo di assessore delegato dal sindaco dal febbraio del 2020 e terminato a gennaio del 2024. E – giusto per essere ancora più chiari – non vi è dubbio che il provvedimento del Ministero chiuda un percorso amministrativo che parte da lontano e che riguarda anche gli anni di dirigenza dell’ex assessore Bambara.

Come dire, prima o poi i nodi vengono al pettine.

La dottoressa Bambara tenta però di giustificare con due mani l’una e l’altra amministrazione, facendo finta di non sapere che le responsabilità riguardano entrambe, unite proprio dalla sua figura nella duplice veste di dirigente prima e di assessore poi, con un compito gestionale e di indirizzo politico nello specifico Settore dei Servizi alla persona. Una speciale continuità tecnica, amministrativa e politica.

Scrive, tra l’altro, che il Piano di zona esiste sin dall’anno 2009 ma, nella pulsione giustificativa, dimentica che le Linee guida della regione risalgono al 2019 e che il Piano è stato adottato nel giugno del 2022. Continua affermando che Lamezia ha anticipato il Testo unico della normativa del Terzo settore ma dimentica che la sua funzione era già richiamata nella legge quadro nazionale del 2000 e nella legge quadro regionale del 2003, e che la co-progettazione è, da più di venti anni, applicata dalle amministrazioni comunali più attente alle politiche sociali.

Scrive ancora delle responsabilità dei Comuni del comprensorio, ma dimentica il ruolo guida che Lamezia ha nella conferenza dei sindaci e nella delicata materia che riguarda le persone con fragilità e per le quali sarebbe quantomeno doverosa un’attenzione speciale, sia dal punto di vista sociale che umano. Ed è certamente grave, soprattutto nella costruzione della credibilità della città di Lamezia, che via siano stati molti sindaci del comprensorio che, anche pubblicamente, hanno messo in dubbio l’efficacia dell’azione del Comune di Lamezia, richiamato alle proprie esclusive responsabilità dal decreto del Ministero.

Appellarsi oggi, tardivamente, al lavoro di squadra, significa ammettere di non essere stati in grado di mettere in moto le dovute azioni in tempo utile. Farlo presente adesso appare come un intervento giustificativo dell’amministrazione Mascaro, proprio alla vigilia delle elezioni, senza considerare che il dato grave è il non aver saputo riprogrammare l’impiego di 35 milioni di euro, disponibili fin dall’anno 2009. Nello specifico: Fondi FNA 2014/2015 per persone non autosufficienti (bando febbraio 2022); Bando Caregiver (giugno 2022); Bando Includi Calabria (2022); Progetti di vita presentati dal 2019; ed infine Fondi vari non utilizzati dal 2009.

In altre parole, la gravità dei ritardi accumulati consiste soprattutto nel non aver saputo definire i bisogni sociali del territorio e nella conseguente mancanza di un’efficace programmazione di azioni per le fasce deboli della comunità.

Non è vero, poi, che il commissariamento sia giustificato dalla carenza di risorse umane. L’ex assessore Bambara sa che la capacità di assumere nuovo personale da parte del Comune è rimasta svincolata dal piano di riequilibrio. Se è vero, come è vero, che l’Ente ha proceduto già da qualche anno a numerose assunzioni, trascurando con evidenza proprio il Settore dei servizi alla persona. Né si può dimenticare che le figure degli assistenti sociali per il piano d’ambito sono svincolate e in deroga rispetto alla capacità di assunzione di nuovo personale. Basterebbe leggere gli atti amministrativi destinati agli assistenti sociali neoassunti.

Sarebbe pure interessante, in materia di personale, capire le ragioni della speciale attenzione dedicata al Settore del Governo del Territorio destinato alla pianificazione delle certamente più rinviabili “promesse” edilizie e il perché dell’opposto disinteresse per le fasce deboli, che invece dovrebbero essere al centro delle azioni civili ed etiche di una pubblica amministrazione.

Gennarino Masi
Segretario cittadino PD Lamezia

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