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Lamezia. Masi (PD): il PSC e l’imbarazzo dell’assessore Gargano

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giorgia gargano

Un’amministrazione che stenta a camminare con le stampelle politiche, si trova, oggi, anche senza le stampelle tecniche

Comunicato Stampa

Così appare oggi l’amministrazione Mascaro. Un’amministrazione che è una brutta pagina con molte zone d’ombra sul piano della legittimità degli atti compiuti (vedi la sospesa questione della cantina sociale, un vero buco nero, ovvero una “buca” ancora aperta che si aggiunge alla questione tutt’altro che chiusa della cava di San Sidero, vera ferita territoriale del Piano Strutturale Comunale) e delle scelte distruttive di cui appariva finora unico responsabile il sindaco Mascaro, tessitore di fatti e misfatti con la complicità succube di assessori e consiglieri comunali, pronti a celebrare il funerale della città ma con la speranza di diventare sempre più forti accettano il totale assoggettamento anche a discapito di ogni aspetto di coerenza.

Oggi al sindaco Mascaro viene meno anche la stampella tecnica dell’assessore archeologa Gargano che, per pudore, per vergogna o per evitare conflitti professionali con la Sovrintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, è assente nella seduta di Giunta che ha deliberato la proposta di approvazione del Piano strutturale comunale (deliberazione di G.C. n. 274 del 15 settembre 2023).

Fatto sta – come abbiamo già segnalato in altre occasioni – che la Sovrintendenza ha in sostanza espresso nel mese di Luglio scorso un parere negativo sul PSC proprio inerentemente ai temi che sono “cari” all’assessore Gargano, che si è molto prodigata a giustificare la propria adesione politica all’attività amministrativa del sindaco Mascaro e, contraddittoriamente, si è dimostrata pronta a celebrare, con le immancabili passerelle, proprio gli aspetti territoriali tutelati da questo importante organo periferico dello Stato.

Come poteva l’assessore Gargano – che ha organizzato manifestazioni, eventi, speso tanti soldi ed energie – aggiungere il proprio nominativo a quelli senza vergogna presenti nella seduta? Infatti, l’assessore Gargano – vogliamo immaginare dopo un duro braccio di ferro con il sindaco, suo datore di fiducia, evidentemente ricambiata – decide di non dare il proprio assenso al PSC, per cui la sua appare come la scelta più comoda, quella di defilarsi, di assentarsi piuttosto che alzare gli scudi, per dovere nei confronti del ruolo pubblico rivestito, contro un Piano che, stando al lungo elenco di prescrizioni e illegittimità, rappresenta uno scempio annunciato delle aree storiche, come certifica la Sovrintendenza.

Ci sarebbe da chiedersi, perché l’assessore archeologa Gargano non si è dimessa per affermare la coerenza con la sua attività connessa alla delega, ovvero con il suo ruolo pubblico che le impone (senza deroghe o fughe) la tutela del territorio. Né l’assessore Gargano si può nascondere dietro il dito della lunga serie di parate pubbliche che ha attivato in questo oscuro periodo e che non potranno mai compensare, tanto meno cancellare, l’aggressione del Piano rispetto alla tutela del territorio e alla conservazione dei beni culturali storici, memoria inalienabile della collettività.

E nella ricostruzione della storia dei luoghi non bastano le passerelle per compensare il grave danno al territorio di questo Piano utile solo a pochi speculatori.

Le barbarie che resteranno comunque nelle pagine che racconteranno la città, al di là delle fughe dalla responsabilità dell’assessore archeologa Gargano, sono di fatto già consegnate alla storia di questo territorio.

Gennarino Masi
Segretario cittadino PD

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