Lamezia. Meetup 5stelle: bene gli studios ma non si trascurino i temi ambientali
2 min di letturaLa Giunta Spirlì, in carica per i soli affari correnti, ha approvato una variazione al bilancio regionale al fine di consentire la realizzazione di studios cinematografici, stile Cinecittà, a Lamezia Terme, in un terreno di proprietà regionale nei pressi dello svincolo autostradale dell’aeroporto, probabilmente corrispondente all’area dell’ex Opificio
Comunicato Stampa
Non alimenteremo la diatriba su cosa può o non può fare un organo pubblico in prorogatio, come sono oggi Giunta e Consiglio regionale anche perchè gli “abusi” in questo senso sono già stati evidenziati dai nostri portavoce e da taluni esponenti della minoranza consiliare.
Rileviamo, fuor di dubbio, che qualsiasi iniziativa possa essere foriera di sviluppo economico e sociale del nostro territorio, va colta positivamente e sostenuta.
Al contempo, però, sottolineamo che siamo davanti alla “ghiottissima” occasione di non perdere l’opportunità di procedere di pari passo alla necessaria tutela ambientale di un territorio che vede adiacente la discarica Bagni e che da ormai troppi anni necessita di bonifica a fronte del “nicchiare” proprio della Regione Calabria.
Non vorrà certamente il Presidente facente funzioni Nino Spirlì lanciare una immagine patinata della Calabria e di Lamezia Terme in particolare che, in realtà, rimane sulla carta o solo sulle sue dirette Facebook.
Sono anni infatti che la città aspetta di poter fruire, per esempio, del Parco Archeologico di Terina e di tanti altri beni culturali disseminati sul territorio, che potrebbero e dovrebbero fare da corollario agli studios in progetto.
Pensare alla Lamezia Terme del futuro con i dovuti e necessari investimenti richiede, quindi, una attenzione a 360 gradi che abbracci i temi ambientali (partendo dalle omissioni del passato che hanno ricadute sul presente), culturali, sociali e logistici, dato che la città da decantata crocevia nazionale e internazionale rischia, per carenza di collegamenti, di trovarsi a fine pandemia come un’isola (in)felice e, data la questione rifiuti, anche ecologica.