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Lamezia Multiservizi: i neo vertici rifiutano l’incarico

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Revoca dell’accettazione della designazione da parte dei vertici Multiservizi

LAMEZIA. Con una lettera indirizzata direttamente al commissario prefettizio Francesco Alecci, i neo vertici nominati dalla Multiservizi, Mariantonietta Del Vecchio e Gianpaolo Ciardullo, hanno comunicato la propria irrevocabile indisponibilità a ricoprire la carica di membri del consiglio d’amministrazione della società, revocando di conseguenza l’accettazione della designazione rispettivamente a presidente e consigliere del Cda.

La comunicazione fa seguito a quanto riportato già in una precedente dichiarazione del 26 gennaio 2018 nella quale i suddetti vertici specificavano che, in data 23 gennaio, acquisendo la documentazione nella sede della Multiservizi, hanno appreso la voce di bilancio relativa a debiti v/Erario, pari a ca. € 1.500.000,00 riferita a ritenute d’acconto operate nei confronti dei lavoratori dipendenti nell’anno 2017 e non versate alle scadenze dovute.

Non solo, i neo vertici specificavano anche che per l’omesso versamento delle ritenute d’acconto, e ai sensi dell’art. 10 bis Legge n. 74/2000, ne risponde il consiglio di amministrazione in carica al momento della presentazione del modello 770, con una pena che può variare dai 6 mesi ai 2 anni, l’interdizione dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese dai 6 mesi ai 3 anni, e da 1 a 3 anni in enti pubblici.

Per questi motivi “gli scriventi non possono ragionevolmente accettare l’alea di una futura copertura finanziaria per saldare il predetto debito, sulla scorta della circostanza che la scadenza del termine è presumibilmente fissata all’ottobre 2018, essendo futuro ed incerto il pagamento dei crediti vantati dalla Lamezia Multiservizi S.p.A. nei confronti dei Comuni soci, pari alla somma complessiva di € 14.485,187,00”.

Nonostante dunque Mariantonietta Del Vecchio e Gianpaolo Ciardullo ribadiscano di aver accettato la designazione a presidente e componente del Cda “con sommo spirito di servizio al quale è sotteso un altissimo senso dello Stato”, “tuttavia, dover subire un Decreto di condanna per scelte aziendali non direttamente adottate, devasterebbe l’onorabilità e l’integrità professionale di ciascuno degli scriventi”.

Soprattutto rilevato che l’attuale situazione economica della partecipata comunale è caratterizzata da mancanza di liquidità adeguata agli impegni finanziari, “nonché da una debitoria complessiva pari ad € 24.614.290 che impedisce finanche di pagare gli emolumenti ai dipendenti da dicembre 2017, e di cui solo 4.658.671,00 verso Enti previdenziali ed Erario“.

I due avevano quindi subordinato l’accettazione dell’incarico solo se si fossero determinate alcune condizioni principali: che “il debito precitato di euro 1.620.000,00 maturato a titolo di ritenute d’acconto per lavoro dipendente, compresi sanzioni ed interessi, venga completamente saldato dal Comuni soci, con versamenti nelle casse della società”; che “i Comuni soci si impegnino, sin da ora, a ripianare i debiti progressi per consentire il pagamento degli emolumenti ai dipendenti, nonché per consentire la corrente amministrazione della società, attualmente ingestibile per carenza di fondi”.

Venute a mancare tali importanti condizioni, è venuta meno anche la disponibilità e la possibilità di ricoprire le cariche relative all’organo amministrativo della Lamezia Multiservizi Spa, con la necessità, secondo Del Vecchio e Ciardullo, di porre la società in liquidazione, che consentirebbe comunque l’erogazione dei servizi.

V.D.

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