Lamezia, Museo in Fiore: la natura nel pensiero di Gioacchino da Fiore
3 min di letturaIl tema della Natura al centro della riflessione di Francesco Polopoli nel terzo dei quattro incontri della rassegna “Museo in Fiore”
Ho esaminato il tema della natura gioachimita, curvato su più filoni: la natura del carattere, rozzo, quanto il bruzio Folco Ruffo, ma determinato. Valga per tutti la spoliazione dalle cariche e dagli agi che lo accomuna a San Francesco D’Assisi come presa di coscienza consapevole, anche quando si è Bastian contrari. La natura dei luoghi, da Corazzo ove ha giocato il suo destino, per rinuncia della dignità abbaziale, fino a Iure vetere, sua destinazione nella Sila selvaggia del Polmone calabrese. Da qui al valore della tradizione il passo si è fatto breve nel ricondurlo al valore della Tradizione anche nell’espressione rurale.
Gioacchino si fa espressione della vita contadina e rappresentazione di una rieducazione ad essa. Nella produzione gioachimita è presente un accurato lessico georgico-rurale: il ciclo stagionale in Conc. F.112 b-c (Il primo ha dato le erbe, il secondo le spighe, il terzo darà il grano: è superfluo accennare alle speranze e alle gioie degli agricoltori, dal periodo della seminagione all’atteso termine della mietitura) o la presenza di elementa quali l’aqua, il vinum e l’oleum che, al di là del significato liturgico-sacrale, connotano i tre prodotti fondamentali in seno alla civiltà contadina medievale.
Non si può parlare di civiltà agricola senza rammentare i valori che quella società ha espresso fino al terzo venticinquennio del ventesimo secolo: l’attaccamento al lavoro, lo spirito di sacrificio e di abnegazione, l’amore per la famiglia, lo spirito di cooperazione nel fare comunità, l’onestà comportamentale, il profondo sentimento di religiosità che risollevava da una vita grama, fatta di stenti e di privazioni. Una decrescita felice, ben lontana dalla dittatura del Pil, che mal ossessiona l’Occidente di oggi, e che trova la chiave di volta nelle nostre radici, come consapevolezza di Identità: l’anima sociale non può essere cimiterializzata da Innovazioni slegate dalle memorie.
In ultimo, davanti a due classi del Liceo classico e di Scienze umane, si è venuto ad illustrare le tavole del Liber figurarum, una storia sacra per immagini, attraverso cui si è inteso dimostrare come l’autore calabrese abbia voluto ricreare l’immaginazione prima di introdurre il verbo che, per natura, dal racconto genesiaco, è poesia. Questo materiale figurativo, verosimilmente, ha dato spunto a Sandro Botticelli per realizzare la Primavera del mondo, nell’idea di una rifioritura dei tempi, tipica della concezione gioachimita.
Francesco Polopoli