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Lamezia. “Non è amore se” al Polo Liceale Campanella – Fiorentino

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Lamezia. “Non è amore se” al Polo Liceale Campanella - Fiorentino

Il nuovo Polo Liceale “Campanella – Fiorentino”di Lamezia Terme, nell’ambito del progetto d’Istituto di Educazione civica, nella mattinata di oggi, ha voluto celebrare la Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne

“Una giornata dedicata alla sensibilizzazione e alla lotta contro la violenza di genere, considerata una violazione dei diritti umani; temi, argomenti e pratiche che la scuola, nel suo percorso – afferma nel messaggio di saluto, riportato dalla collaboratrice della Dirigente prof.ssa Antonella Massimo, richiama quotidianamente, all’interno di un lavoro pedagogico e formativo che si basa esclusivamente sul rispetto dei diritti naturali, rispetto che esclude barriere e pregiudizi, “stati di minorità” e dipendenze psicologiche. La Libertà è un “valore “, è un diritto e citando Oriana Fallaci, è prima di ogni cosa “un dovere”.

Un programma fittissimo, ricco di interventi e testimonianze fortemente volute dalla Dirigente Dott.ssa Susanna Mustari; un lavoro sinergico brillantemente coadiuvato dalle referenti d’istituto prof.sse Silvana Sesto e Laura Provenzano.

A presentare l’evento Paola Cefalà, studentessa della 5° A del Liceo linguistico.

Momenti importanti impreziositi dalla presenza di figure autorevoli che da sempre presenti sul territorio: la Presidente dell’Associazione del Centro antiviolenza “Demetra”, Roberta Cretelli ha illustrato lo scopo e le attività della struttura, “uno spazio di accoglienza, incontro, ascolto e sostegno per le donne che si trovano in difficoltà, una risposta immediata alle emergenze che purtroppo negli ultimi anni sono aumentate, raggiungendo numeri sempre crescenti”. A seguire la prof.ssa Stefania Tavella, attivista dell’Associazione “Non una di meno” che ha relazionato sul tema “Disarmiamo il patriarcato contro le violenze di ogni tipo” evidenziando quanto sia importante denunciare, rifuggendo da atavici luoghi comuni che relegano la donna dentro le mura domestiche.

Presente il Presidente della Camera penale del Tribunale di Lamezia Terme che dopo i saluti ha passato la parola all’avvocato Giulia Folino che ha illustrato le leggi a sostegno delle donne in difficoltà e quali gli iter da percorrere per avere, nell’immediatezza, il massimo sostegno.

Ma la mattinata, carica di emozione, ha trovato i momenti più suggestivi nelle straordinarie esibizioni e performance degli studenti del Polo Liceale “Campanella – Fiorentino”.

“Note di speranza, voci di libertà”, in apertura grazie alle “Donne del musicale” che da subito hanno creato grande partecipazione e il coinvolgimento emotivo di tutti i presenti; e ancora “Il peso del coraggio” , brano simbolo di Fiorella Mannoia a cura di Gioia Foderaro, alunna della 2° A del Liceo musicale; i monologhi tratti dal libro di Serena Dandini “Ferite a morte” interpretati da Carlotta, Maria Assunta e Lorenzo alunne della 4° C del Liceo classico; “Io che amo solo te” con Maria Grazia Mastroianni (voce e chitarra) e Margherita Viscomi (violino), alunne della 2° A del Liceo musicale. Gli alunni del Liceo linguistico, Salvatore, Lorenzo, Cristian, Tommaso, Nicholas, Giorgio, Matteo, Francesco, Manuel, Mattia, Giacomo hanno “declinato” l’amore nelle quattro lingue internazionali; e, infine la splendida coreografia, “La Boheme” di Puccini a cura delle classi 3°, 4°, 5° del Liceo coreutico.

Tutto nella splendida cornice creata dallo straordinario gruppo Arte-ficio del Liceo artistico che con installazioni, opere, ritratti ha realizzato una scenografia di grande impatto e forza emotiva, rendendo “corporei” i sentimenti, la partecipazione, la commozione, lo stato d’animo che una mattinata all’insegna della donna -bellezza e libertà- hanno generato!

La Dirigente dott.ssa Mustari nel ringraziare tutti i docenti e i tecnici che hanno reso possibile l’evento, ha abbracciato simbolicamente tutti gli studenti, di ogni sesso, sottolineando che “ il rispetto della dignità propria e altrui, l’educazione, la libertà di pensiero si apprendono in famiglia, luogo preposto alla trasmissione dei valori come coordinate imprescindibili dell’agire sociale. E se il modello familiare è improntato al patriarcato, alla sopraffazione della mamma, percepita e vissuta come soggetto da “gestire e controllare”, il prodotto non potrà che essere quello di figli che, sia pur ben istruiti, penseranno al “maschile”nel senso più becero ed ignorante possibile e FARANNO CIÒ CHE HANNO VISTO FARE. Siamo noi adulti, genitori, madri, padri e docenti a dover insegnare ed educare con l’esempio, con i gesti quotidiani, con le parole pensate e pesate, siamo noi – troppe volte – i primi responsabili della trasmissione di una mascolinità troglodita ed insopportabilmente volgare.

E allora la scuola ha il dovere etico e civico di costruire valori sani anche su un terreno irto e petroso, un compito che personalmente sento di dover portare AVANTI, affinché mai più nessuna ragazza debba un giorno poter dire “se qualcuno me lo avesse detto prima!”

E se i sentimenti sono “induttori culturali”, allora impegniamoci tutti molto di più, affinché sia ben CHIARO che essere gentile non vuol dire essere arrendevole ed essere innamorata non significa sopportare umiliazioni ed insulti né ridursi ad un bel vestito “a disposizione sul letto”, perché…. “SE IO NON VOGLIO, TU NON PUOI”.

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