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Lamezia. Non Una di Meno: femministe in piazza contro la guerra (VIDEO)

3 min di lettura

Lamezia Terme come le piazze di tutta Italia, da sud a nord, e non solo.  Lo sciopero femminista e transfemminista di Non Una Di Meno nella giornata di ieri, 8 Marzo, ha visto il coinvolgimento attivo di studenti e cittadini, e la partecipazione di associazioni, collettivi, organizzazioni politiche e sindacali del territorio

Quest’anno lo sciopero dell’8 Marzo indetto da Non Una di Meno si è tradotto, inevitabilmente, in un corteo contro la guerra e il riarmo.

“Lo sciopero femminista e transfemminista è la nostra risposta alla produzione e riproduzione di un sistema basato sulla violenza strutturale, di cui le guerre sono una delle espressioni più organizzate e intense. Dire no ai conflitti militari con una lettura femminista e transfemminista è riconoscere che sono il frutto di una violenza imperialista e di Stato ed espressione di rapporti di dominio, che impongono conseguenze pesantissime alle popolazioni coinvolte con differenze determinate dalle gerarchie sessiste, classiste e razziste”. Così recitava l’incipit del manifesto lanciato pochi giorni prima.

I manifestanti, ciascuno con i propri interventi e le proprie testimonianze, hanno ribadito la condanna verso ogni forma di discriminazione e sopruso di genere e l’opposizione netta alla guerra russo-ucraina, esprimendo solidarietà a chi sta subendo le violenze del conflitto, ai profughi che fuggono dalle devastazioni, a tutti coloro che in Russia si stanno ribellando al governo autoritario di Putin e sfidano la repressione più dura; alle donne ucraine in Italia, spesso costrette a condizioni di sfruttamento e emarginazione. Senza dimenticare la burocrazia farraginosa per ottenere il permesso di soggiorno.

A piazzetta San Domenico molte le bandiere della pace e dell’Ucraina, insieme ai cartelloni con gli slogan femministi: “Feminist Antiwar Resistance”, “Stop War”, “transfemminismo è parità”, “Ci vogliamo vive”.

Gender gap salariale, precariato, inoccupazione, femminicidi, stupri ed emarginazione, razzismo, stereotipi che causano disuguaglianze e sfruttamento. Questi alcuni degli altri temi affrontati dal presidio lametino.

Sono ancora molti i diritti non riconosciuti alle donne e alle persone LGBTQ+.

Sovvertire il sistema militarista, patriarcale, capitalista, imperialista e coloniale è “il grido altissimo e feroce” delle attiviste di Non Una Di Meno.

La strada è lunga e si fa sempre più tortuosa ma la partecipazione viva e sentita di chi ha scelto di scendere in piazza evidenzia che qualcosa si è smosso davvero e che le nuove consapevolezze concedono la forza di riconoscere e denunciare piccoli e grandi soprusi, persino di opporsi ad un governo autoritario che reprime e limita libertà di pensiero, informazione ed espressione, come sta accadendo in Russia.

“Siamo l’opposizione alla guerra, al patriarcato, all’autoritarismo e al militarismo. Siamo il futuro che prevarrà” è il grido delle femministe russe che si associa a quello di tutto il mondo, per chiedere la cessazione immediata delle operazioni militari, l’avvio di politiche di disarmo e di rifiuto dei patti miliari, il trasferimento delle spese militari al welfare, all’istruzione e alla sanità, libertà di movimento e un permesso di soggiorno europeo incondizionato per tutti.

Lamezia si unisce al coro: “No alla guerra, no al patriarcato”.

Maria Francesca Gentile

Video di Riccardo Cristiano

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