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Lamezia. Omicidio Pagliuso, definitiva la condanna per il mandante

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La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’imputato

Diventa definitiva la condanna all’ergastolo di Luciano Scalise quale mandante dell’omicidio dell’avvocato Francesco Pagliuso, ucciso in un agguato la sera del 9 agosto del 2016 a Lamezia Terme, nel giardino della sua abitazione, dopo avere appena parcheggiato la propria automobile.

Lo ha stabilito la Corte di Cassazione che ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dall’imputato.
Definitiva anche la condanna a 21 anni per Pino Scalise, padre di Luciano, quale promotore dell’omonima cosca di ‘ndrangheta, oltre che per il reato di sequestro di persona ai danni dell’avvocato Pagliuso, avvenuto nell’estate del 2012 quando il penalista venne prelevato e portato in bosco dove venne legato e immobilizzato.

Pino Scalise è stato condannato anche per le minacce aggravate che avrebbe esercitato su Pagliuso, all’epoca legale della famiglia Scalise.

La Suprema Corte ha rigettato, inoltre, il ricorso presentato Andrea Scalzo per il quale diventa definitiva la condanna a sette anni di reclusione. Confermata anche la condanna nei confronti di Vincenzo Mario Domanico a 6 anni di reclusione mentre è stata annullata con rinvio la sentenza che riguarda Angelo Rotella per quanto riguarda l’aggravante per un caso di estorsione mentre viene confermata l’associazione mafiosa.

La pena in appello per Rotella era di 8 anni e 4 mesi, adesso un nuovo giudizio di appello stabilirà se confermare l’aggravante e la condanna o annullare l’aggravante e ridimensionare la pena.

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