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Lamezia. PD: la Soprintendenza boccia il “PSC”

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Apprendiamo che la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio il 17 luglio 2023 ha espresso il parere definitivo sul Piano strutturale comunale e lo fa con un documento di ben sei pagine in cui si evidenziano una serie di incongruenze a cui porre assolutamente rimedio

Comunicato Stampa

Un parere che suona, sostanzialmente, come una sonora bacchettata nei confronti dell’operato dell’amministrazione Mascaro, che così dimostra di continuare a “viaggiare” in maniera sempre più isolata rispetto alle altre istituzioni regionali.

Sono molti gli aspetti messi sotto la lente d’ingrandimento della Soprintendenza e che a nostro giudizio impedirebbero di fatto l’approvazione del Piano così come deliberato dall’amministrazione Mascaro, che si è guardata bene dal cantare vittoria.

Tanto che, a quasi due mesi dal ricevimento del parere, nessuno si è espresso su di esso o ha fatto trapelare informazioni a riguardo. Silenzio che evidenzia il duro colpo subito dalla amministrazione Mascaro, sia dal punto di vista tecnico che sulla correttezza procedurale. In realtà, il documento sulla compatibilità paesaggistica contiene molti degli aspetti critici che il centrosinistra ha da tempo stigmatizzato, nel tentativo di mettere in guardia l’amministrazione Mascaro ed i consiglieri sulle gravi incongruenze tecniche e giuridico- amministrative contenute nel Piano e porvi rimedio in tempo utile.

Fatto sta che l’arroganza dell’operato del sindaco ora va a sbattere ufficialmente contro un ulteriore giudizio istituzionale negativo, che si aggiunge a quello sulla contabilità comunale ed a quello in materia di abusivismo edilizio.
Limitandoci ad alcune importanti riflessioni, rileviamo che la Soprintendenza boccia il “Piano Mascaro” perché le sue scelte urbanistiche non limitano il consumo di suolo, preferendo come di consueto attività di recupero e conservazione dell’esistente, ma tendono ad espandere le aree urbanizzabili e a prevedere una gigantesca valanga di cemento.

La Soprintendenza mette così in forte discussione tutta l’impostazione del Piano basata su meccanismi attuativi che si alimentano del principio dell’illimitatezza dell’edificazione e rammenta che il Piano non tiene conto del decremento della popolazione e delle prescrizioni normative sopravvenute in materia di decostruzione con i relativi meccanismi operativi. Questo, però, non basta, perché gli uffici della cultura puntano l’indice anche sulle enormi quantità di volumetria scaturenti dai “premi”, “da supermercato dell’edilizia facile”, che vanno contro la tutela dei valori culturali e paesaggistici del territorio, rischioso per i cittadini e ingovernabile.

Molto altro ci sarebbe da elencare, tra cui la mancanza di alcuni edifici di interesse storico- culturale non presente nell’elenco dei beni culturali, la delimitazione delle aree archeologiche che non si limitino alle sole aree di impronta magnogreca, ma anche a quelle medievali con le relativi aree di rispetto da tutelare, la totale non curanza e assenza del concetto di conservazione e tutela non solo dei beni tangibili, ma anche degli elementi decorativi iconici dei centri storici e via discorrendo.

Un piano ampiamente bocciato che caratterizza l’operato del sindaco Mascaro, in perfetta linea con il suo arrogante isolamento, come padrone, ma non custode del territorio.

Gennarino Masi

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