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Lamezia, per ricordare la Shoah il recital “La memoria rende liberi”

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LAMEZIA. Domani, 28 gennaio, in occasione della Giornata della Memoria, nell’Aula Magna dell’Istituto Comprensivo di S. Eufemia, alle 16.00, si terrà il recital degli alunni delle classi quarte, intitolato “La memoria rende liberi”, in omaggio a Liliana Segre, superstite dell’Olocausto e testimone dei campi di concentramento nazisti.

La manifestazione introdotta dalla dirigente scolastica Fiorella Careri e condotta dalla giornalista Luisa Vaccaro, intende sottolineare la valenza didattico-educativa di questa ricorrenza, fondamentale in un percorso di crescita e di coscienza civile, la cui edificazione deve partire proprio dall’infanzia.

Si parlerà di memoria, della necessità di preservare il ricordo dell’immane tragedia dell’Olocausto, accendendo i riflettori sulle vittime della Shoah, e sui perché quelle loro esistenze vennero così brutalmente troncate.

Ricordare ed educare al ricordo di questo passato serve ad aiutare a costruire il futuro, un domani fondato sulla pace e sulla solidarietà tra gli uomini, vissuto nel rispetto di tutti i diritti umani, contro ogni forma di razzismo.

I bambini, coordinati dalle loro insegnanti, leggeranno poesie, testimonianze, proporranno canti in forma corale stimolando il pubblico a riflettere sul valore fondamentale della memoria, elemento essenziale ed imprescindibile per una cultura del ricordo che non sia meramente celebrativa ma costruttiva e portatrice di pace.

I docenti di strumento musicale della scuola collaboreranno alla riuscita dell’iniziativa, proponendo inoltre, la versione strumentale del brano “Smile”, colonna sonora del film “La vita è bella”, nella consapevolezza che la forza della musica possa raccontare fatti, trasmettere emozioni e rendere viva la memoria.

Nell’ambito della manifestazione, alla Segre è stata dedicata anche un’opera installazione “Un albero della memoria per coltivare la speranza”, arricchito da gru di carta realizzate dai bambini e splendidi origami ottenuti utilizzando fotocopie delle pagine del suo libro “Fin quando la mia stella brillerà”. Le gru costruite con gli origami, presso i popoli orientali rappresentano la speranza e sono segno beneaugurante che si dona a chi è malato e sofferente. Quest’opera dunque, è una metafora della speranza. Essa, nel solco fertile delle parole della Segre, permette di sognare un mondo migliore, in cui “la memoria rende liberi”. Un’iniziativa che nasce dalla consapevolezza che “Coloro che non hanno memoria del passato sono condannati a ripeterlo” e le testimonianze, i racconti, i documenti e la storia devono essere le fonti utili non solo per il presente, ma anche per le generazioni future.  

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