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Lamezia. Potere al Popolo, prima di tutto la sicurezza delle persone

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Lamezia. Potere al Popolo, prima di tutto la sicurezza delle persone

Lamezia. Potere al Popolo, prima di tutto la sicurezza delle persone

Prima o poi doveva succedere, le fiere della nostra città si sarebbero potute non fare.

Per anni abbiamo assistito alla quasi totale mancanza di rispetto delle normative sulla sicurezza in materia di sagre, mercatini, eventi vari.

Negli ultimi anni siamo stati abituati inoltre alla triste e penosa caccia all’ambulante africano, non senza pericolosi inseguimenti tra la folla tali da mettere anch’essi in pericolo l’incolumità delle persone. Eppure c’erano tante norme da fare rispettare.

Chi doveva controllare non ha controllato, chi doveva autorizzare ha autorizzato senza troppe cautele, chi doveva inibire comportamenti pericolosi non lo ha fatto. E’ potuto accadere così che, lo scorso anno, un ambulante, per stendere un cavo elettrico, si è arrampicato su un lampione facendolo crollare.

Nessuno a controllare, nessuno ad inibire e vietare. Per fortuna dell’ambulante e delle persone presenti, l’area in quel momento non era molto affollata.

Da quanti anni vengono stesi cavi elettrici, spesso malamente collegati, da persone non qualificate e non autorizzate, vengono accesi gruppi elettrogeni che dovrebbero essere soggetti a precise norme?

Chiunque può permettersi di accendere bombole a gas in aree affollatissime? Eppure le norme esistono da anni. C’è voluta la tragedia, nel 1983, del cinema Statuto a Torino con i suoi 64 morti per far capire all’intero Paese che c’era bisogno di norme precise, per locali, piazze e strade adibite ad eventi, che la salvaguardia della vita delle persone è al di sopra di tutto.

Sono così arrivate norme sulla capienza delle aree per valutare il massimo affollamento possibile, vie di fuga, approntamento di mezzi antincendio, individuazione di aree e punti di primo intervento sanitario, norme precise sugli impianti elettrici e sull’uso di bombole a gas in zone affollate. Tutte disposizioni che hanno come obiettivo la sicurezza della vita umana, l’incolumità delle persone e la tutela dei beni comuni e dell’ambiente.

La polemica è dietro l’angolo e più di qualcuno ci sguazzerà tirando fuori di tutto. La devozione ai santi sarà forse la motivazione più gettonata, poi magari sarà sbandierata la tradizione e, infine, non dimentichiamo gli interessi degli ambulanti.

Ma per essere devoti e per salvaguardare la tradizione c’è bisogno di mettere in pericolo la vita delle persone?

E gli ambulanti che lavorano in aree dove non vengono rispettate minimamente le norme di sicurezza non sono i primi soggetti a rischio?

Che volete che sia la sicurezza di uomini, donne, bambini di fronte al voto di qualche “devoto”, qualche ambulante, qualche fiero tradizionalista. Noi non parteciperemo al falso coro dei devoti, dei difensori della tradizione e degli ambulanti.

Noi crediamo che in un Paese civile il primo compito dello Stato è salvaguardare i beni comuni, l’ambiente e soprattutto la vita delle persone.

Si facciano le fiere ma ad una condizione imprescindibile, che vengano fatte rispettare minuziosamente le norme sulla sicurezza.

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