Lamezia. Primo incontro per evitare il trasferimento del call center gestito da Abramo Customer Care
2 min di letturaPrimo incontro per decidere il futuro dei dipendenti del call center gestito dalla società Abramo Customer Care nella zona industriale di San Pietro Lametino. Il calle center è ubicato all’interno dei locali della Fondazione Terina guidata dal commissario Gennarino Masi.
Nei giorni scorsi si è tenuto un incontro nella sala consiliare di via Perugini a cui hanno partecipato il sindaco Paolo Mascaro, il vice Antonello Bevilacqua, il commissario Gennarino Masi e i rappresentanti sindacali Franco Canino (Fistel); Alberto Ligato (Cgil); Andrea Ranieri (Uilcom). A conclusione dell’incontro sono stati fissati questi primi punti di convergenza: piena disponibilità nel ridurre ulteriormente il contributo da versare alla Fondazione Terina a patto che l’azienda si prenda carico delle spese per la messa in sicurezza dello stabile, visto che l’azienda non paga affitto ma un contributo sui servizi forniti. E, ancora, possibilità di accedere a fondi regionali per far sì che sia direttamente la regione a ripristinare la struttura. Come è noto l’Abramo Customer Care ha fatto sapere che intende trasferire i 650 dipendenti di San Pietro Lametino nelle sedi di Catanzaro e Settingiano. Una decisione motivata dal fatto che i locali della Fondazione Terina sarebbero in condizioni pessime in quanto non è mai stata effettuata alcuna manutenzione. Al commissario Masi è stato ribadito che le riparazioni e la messa in sicurezza dei capannoni in cui oggi si svolge l’attività del call center “non sono più rinviabili. Gli interventi necessari vanno effettuati in tempi celeri”. Ranieri ha sottolineato che “il tavolo della trattativa dovrà essere serio nella gestione e non il solito tentativo aziendale di trarre vantaggio dai lavoratori”. La riunione si è conclusa con l’impegno di convocare un tavolo congiunto con la Regione Calabria e la Fondazione Terina già nella prossima settimana. Ciò al fine di individuare tutte le soluzioni necessarie “per la definitiva sistemazione dei capannoni, in modo da garantire una continuità occupazionale sul territorio”. I sindacalisti hanno manifestato tutto il loro disappunto per l’assenza dei candidati alla presidenza della Regione Calabria. “È un pessimo segnale – hanno rimarcato i rappresentanti delle organizzazioni sindacali – evidentemente agli aspiranti governatore non interessano le sorti di 650 lavoratori”.