Lamezia, Puccio(Pd): La sospensiva di Mascaro non è vendetta, ma atto dovuto
3 min di letturaLa gravità della situazione che vive la massima istituzione di governo lametina meriterebbe ben altra considerazione e una riflessione approfondita ispirata ad un alto senso di responsabilità istituzionale
Comunicato Stampa
Al contrario si promuovono adunate di protesta contro provvedimenti che sono adottati a tutela dei diritti dei cittadini. Non esiste una malvagità discrezionale delle istituzioni, contro cui scagliarsi con proteste e manifestazioni.
In uno stato di diritto esistono vari gradi di giudizio e l’impugnativa del governo avverso alla sentenza del Tar, non è un atto di “vendetta” ma la logica conseguenza di procedure che riguardano i gradi di giudizio che hanno portato allo scioglimento del Consiglio Comunale di Lamezia Terme per la terza volta dagli anni novanta. La legge conferisce al Parlamento e al Governo dei poteri straordinari allorquando si appalesano fenomeni di inquinamento delle organizzazioni criminali nella macchina di governo locale.
Questi livelli istituzionali e di governo non hanno il compito di emettere sentenze che riguardano specifiche attività criminogene ma di svolgere una funzione di risanamento e di prevenzione per evitare di giungere alla degenerazione del sistema democratico.
Bastano elementi probatori per delegittimare la funzione democratica, ciò che garantisce l’agibilità delle decisioni democratiche e l’interesse pubblico.
Per questo lo scioglimento del consiglio è una misura preventiva che ha lo scopo di evitare il rischio che l’infiltrazione raggiunga lo scopo che si prefigge di incrinare l’affidabilità democratica della istituzione e del governo che la esprime per asservirla a forze extra istituzionali e al crimine organizzato. Peraltro la cronaca giudiziaria ha più volte messo in evidenza proprio a Lamezia, come il crimine organizzato abbia avuto la forza di infiltrarsi e di produrre gravi degenerazioni nella pratica e nelle decisioni di governo così come nell’uso della forza intimidatrice per obbligare il consenso elettorale nella direzione di rappresentanze facilmente addomesticabili. Da questo punto di vista appare davvero disarmante il fatto che l’Avv. Mascaro non abbia assunto una posizione chiara e inequivocabile a favore delle forze dell’ordine e della magistratura, per la meritoria azione che le stesse hanno portato a compimento mettendo in luce il malaffare e i connubi con una parte della classe dirigente di governo.
Chi ha a cuore il bene di Lamezia non può tentennare, anzi dovrebbe aiutare anche con l’atto estremo delle dimissioni, il lavoro che porta a far emergere responsabilità e colpe, per punire chi ha sbagliato e per evitare ogni rischio che si ripeta lo schema della sottomissione e del voto di scambio. Tutti conosciamo i limiti di alcune norme dello scioglimento dei consigli comunali.
Peraltro il compianto Sen. Luigi De Sena aveva avanzato proposte di riforma riprese anche dal Ministro Minniti.
Ma queste proposte non intaccano il sistema repressivo che semmai deve essere ancora più incisivo. La riforma si rende necessaria al fine di prevedere forme di accompagnamento preventivo per evitare che le stesse situazioni possano ripetersi.
Un “accesso positivo” potrebbe essere più efficace nello stroncare situazioni di illegalità e potenzialmente criminogene. Nessuno si è mai sognato di criticare Mascaro in ragione del suo diritto di poter dimostrare la sua personale estraneità. Ma si da il caso che il Sindaco rappresenta anche una maggioranza.
Lo stesso ha più volte ribadito che una compagine di 6/700 candidati non è materialmente controllabile.
La sua estraneità la potrà dimostrare nelle sedi opportune ma questo non lo assolve per i diritti e i doveri di rappresentanza cosi clamorosamente compromessi dai fatti finora emersi.
Giovanni Puccio
Responsabile organizzativo PD Calabria