Lamezia. La reliquia del Papa Buono esposta in caserma
2 min di letturaIl Papa della “Pacem in Terris” patrono dell’esercito Italiano
Giovanni XXIII, il papa della “Pacem in terris”, poco prima di morire, aveva affermato:“Giustizia, saggezza e umanità domandano che venga arrestata la corsa agli armamenti, si riducano simultaneamente e reciprocamente gli armamenti già esistenti; si mettano al bando le armi nucleari; e si pervenga finalmente al disarmo integrato da controlli efficaci”.
Sì, proprio Lui, il Papa Buono, oggi Santo, da poco meno di un anno, elevato a patrono dell’esercito italiano la cui reliquia è stata esposta, nei giorni scorsi, nei locali del reggimento Sirio di stanza a Lamezia Terme.
Il tutto, ovviamente, contro ogni logica coerenza con il Suo pensiero, fortemente intriso di un’instancabile ansia di Pace, pietra miliare di un Pontificato che, con il Concilio Vaticano Secondo, ha posto le basi per un rapporto tra i popoli fondato sul dialogo e sul silenzio degli eserciti.
La notizia pubblicata su un era così riportata: “E’ stata celebrata, in occasione del Primo anniversario dell’elevazione di San Giovanni XXlll, a patrono dell’esercito italiano, la GIORNATA DI PREGHIERA PER LA PACE NEL MONDO”.
Nel luogo dove ci si esercita a fare la guerra si celebra una giornata di preghiera per la Pace.
Un’assurdità che Pax Christi, punto Pace di Lamezia Terme, considera priva di ogni giustificazione, perché gli eserciti, per loro natura, ubbidiscono alle consegne di chi per varie ragioni, anche le più squallide e insensate, le guerre le vuole e non a chi viene invocato perché non le faccia scoppiare.
Una contraddizione in termini che offende chi ha dimostrato di essere per la Pace e non per gli eserciti e che richiama la Chiesa e la società nel suo complesso a rompere un silenzio che sta diventando assordante.