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Lamezia, Rosario Piccioni su situazione cittadina: “Non ricadere negli errori del passato”

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Rosario Piccioni

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Le dichiarazioni di Rosario Piccioni

Rosario Piccioni
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Comunicato stampa:

All’indomani della notifica del DPR con cui è stato decretato lo scioglimento del consiglio comunale devo amaramente constatare che il dibattito pubblico in città sia completamente fuorviante.

È legittimo, nell’ottica del pieno esercizio delle garanzie previste da uno stato di diritto, che chi ritenga di essere destinatario di un provvedimento illegittimo percorra tutte le strade giudiziarie possibili.

Ma su questo sarà la magistratura a pronunciarsi e non è questa certamente la sede per esprimere alcuna valutazione. Io penso che invece in città, in ogni luogo e in ogni occasione, dovremmo interrogarci e discutere su alcuni fatti che, in quanto ricavati da “fonti tecniche di prova” sono incontestabili e che rappresentano le fondamenta dello scioglimento del consiglio comunale.

Il primo: la campagna elettorale del 2015 è stata “inquinata” dall’attività delle cosche lametine. Addirittura nella relazione prefettizia si parla espressamente di “una vera e propria mercificazione di voti che ha riguardato direttamente o indirettamente esponenti di maggioranza e di minoranza e, in primis, il presidente ed il vice presidente del consiglio comunale nonchè diversi assessori“.

Il secondo: nella relazione del ministro Minniti si parla addirittura di “un contesto ambientale compromesso”, in cui ci sono “cointeressenze, frequentazioni, rapporti a vario titolo tra numerosi componenti sia dell’organo esecutivo che di quello consiliare con soggetti appartenenti alla criminalità organizzata“.

Terzo: esiste un filo conduttore tra i tre scioglimenti “ripetendosi, in assoluta continuità, i nomi degli attori sempre scelti all’interno delle medesime famiglie che ruotano attorno ai clan dominanti, con una sorta di passaggio di mano da padre in figlio e/o nipote“.

In queste brevissime e lapidarie affermazioni sono contenuti tutti i nodi che la nostra comunità deve sciogliere. Piuttosto che menare il can per l’aia e cercare di spostare l’attenzione su aspetti assolutamente fuorvianti, tutte le forze politiche della città, a partire proprio da quelle di centrodestra che hanno la responsabilità politica di quanto è successo, dovrebbero già da domani iniziare ad avviare un serio dibattito per capire come mai dopo ben due scioglimenti accade ancora una volta che diversi candidati pur di garantirsi un posto in consiglio comunale si spingano a ricorrere ad un’acquisizione illecita del voto.

Perchè, ancora, chi dovrebbe avere l’onore di rappresentare le istituzioni si accompagna e frequenta ambienti criminali e malavitosi. Come mai persone, a volte anche giovanissime, che non hanno alcuna esperienza nel mondo politico per incanto decidano di “scendere in campo” con risultati elettorali strabilianti pur non avendo mai pronunciato due parole in un dibattito pubblico.

Come ho già avuto modo di dire, a prescindere dagli sviluppi futuri, la sfida dei prossimi mesi, è quella di non ricadere negli errori del passato quando con grande superficialità tutta la società lametina ha preferito girarsi dall’altra parte.

La vera sfida è che la politica, i partiti, la Chiesa e le parrocchie, gli ordini professionali, le associazioni di qualsiasi natura e la società civile tutta abbiano il coraggio di interrogarsi e di capire perchè a Lamezia accadono certe cose. Noi a partire dai prossimi giorni inizieremo a farlo.

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