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Lamezia: Street Art, il ritratto di Antonio e Pino Saffioti sul muro adiacente la Biblioteca Comunale

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Lamezia: Street Art, il ritratto di Antonio e Pino Saffioti sul muro adiacente la Biblioteca Comunale

Torna a Lamezia Terme l’opera di Urban art a firma Simona, con la A di anarchia, il lavoro di poster art si trova collocato sul muro adiacente la biblioteca comunale

Questa volta il soggetto in questione è l’attivista venuto a mancare proprio nei giorni scorsi, Antonio Saffioti.

L’avvocato trentasettenne, disabile sin da quando era bambino poiché affetto da Distrofia muscolare di Duchenne, ha lasciato un vuoto incolmabile nella famiglia, ma anche in ogni persona che lo conosceva.

Antonio era un simbolo, un simbolo di lotta contro ogni discriminazione e ingiustizia. Ha accolto la sua disabilità come una possibilità, la chance di dimostrare che nonostante tutto, siamo in grado di fare ogni cosa e che non esistono limiti o barriere, che il nostro unico limite sta nel non provare empatia nell’altro da se, nell’odio.

Attraverso la sua malattia ha sperimentato gli effetti del pregiudizio, cosa sia la discriminazione e proprio contro l’odio si è sempre battuto con  coraggio e determinazione.

La sua bandiera era l’amore, era antifascista, proprio non tollerava ciò che sta accadendo nel cuore della nostra società, tanto da non riuscire a dormirci la notte. Antonio era un ragazzo semplice e buono esattamente come la sua famiglia, ed è raro incontrare oggi persone così, in grado di dimostrare con le azioni e nel quotidiano che è possibile costruire un mondo diverso.

In questo pezzo di Street art, Antonio viene raffigurato insieme al papà Pino, così queste due figure con il loro sorriso sempre scolpito sul viso, diventano un fermo immagine in bianco e nero, come una fotografia che resta congelata nel tempo, nella scena esatta in cui li ricorda l’immaginario collettivo.

Lamezia: Street Art, il ritratto di Antonio e Pino Saffioti sul muro adiacente la Biblioteca Comunale

L’immagine sembra quasi ci voglia dire, siamo ancora qui, esattamente come prima di quel maledetto 21 giugno. Non è necessario essere “famosi” per finire dipinti su un muro, ricercare simboli del nostro quotidiano e restituirli attraverso un’immagine equivale a scolpirli nella memoria, dargli uno spazio e un tempo.

Quel disegno non è solo un messaggio per una intera città in lutto, si tratta di un manifesto, così come è stata la vita intera di Antonio, un manifesto di lotta e resistenza, quella lotta contro l’indifferenza di cui Antonio Gramsci parlava.

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