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Lamezia Terme: Pronto Soccorso al limite e sprechi incredibili

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Riceviamo e pubblichiamo

Scrivo questa lettera per denunciare la situazione vergognosa in cui versa la sanità a Lamezia Terme.

La gestione del Pronto Soccorso e dei reparti ospedalieri è caratterizzata da scelte discutibili e inefficienze che pesano enormemente sulla qualità del servizio sanitario offerto ai cittadini.

Desta scandalo l’impiego di medici cubani, che rappresenta un peso economico significativo per il nostro sistema sanitario. Il contratto di ogni medico cubano costa al Servizio Sanitario Regionale circa 4.700 euro al mese, a cui si aggiungono ulteriori spese logistiche e di gestione per un totale di oltre 60.000 euro all’anno per medico. A fronte di questi costi, ci sono giovani medici specializzandi italiani, vincitori di concorso, che potrebbero essere assunti con il Decreto Calabria a costi ben inferiori. Gli specializzandi italiani, infatti, hanno una retribuzione che varia tra i 1.700 e i 2.500 euro al mese, con costi complessivi annui molto più contenuti.

È intollerabile che, mentre si spendono cifre esorbitanti per personale straniero, giovani professionisti italiani, formati nelle nostre università e pronti a lavorare, siano bloccati da cavilli burocratici, come la mancata concessione del nulla osta da parte dell’Università Magna Graecia. Questa è una dimostrazione di come si preferisca ricorrere a soluzioni temporanee e costose, piuttosto che valorizzare il nostro capitale umano, che potrebbe garantire continuità e qualità nel servizio sanitario.

Al Pronto Soccorso di Lamezia, la situazione è ancora più grave. Attualmente, mancano circa 8 medici rispetto al fabbisogno reale, e i turni vengono coperti da soli 3 medici, costretti a turni estenuanti che mettono a rischio la loro salute e la qualità dell’assistenza ai pazienti. In questo contesto, la recente manifestazione di interesse per l’assunzione degli specializzandi appare una soluzione ridicola: ciascun specializzando potrà infatti svolgere un solo turno di 8 ore a settimana. Inoltre, solo 6 specializzandi hanno risposto per il Pronto Soccorso di Lamezia, e saranno adibiti unicamente alla gestione di codici bianchi e verdi, senza affrontare le emergenze più critiche. Ciò comporterà un’ulteriore spesa inutile che non risolverà alcun problema concreto, oltre a costringere questi giovani medici ad aprire una partita IVA, con tutte le difficoltà che ne derivano.

In tutta Italia, il problema del sovraffollamento dei Pronto Soccorso è stato affrontato e risolto grazie all’applicazione del Decreto Calabria e alla conseguente assunzione degli specializzandi, realizzata attraverso una stretta collaborazione tra le ASP/ASL e le università. Paradossalmente, proprio qui in Calabria, non è possibile usufruire del decreto che porta il nome della nostra regione a causa di cavilli insormontabili e dei continui dispetti tra l’Università Magna Graecia e l’ASP. È assurdo che un provvedimento nato per migliorare la sanità calabrese venga ostacolato proprio nella nostra terra, lasciando cittadini e medici a fronteggiare una situazione drammatica.

La situazione è ulteriormente aggravata dal fatto che negli ultimi mesi alcuni medici cubani si sono dimessi senza rientrare a Cuba, creando così un potenziale incidente diplomatico a causa dei problemi legati ai loro visti. Questo evento sottolinea ancora una volta la precarietà e l’inefficacia delle soluzioni adottate dalle nostre autorità sanitarie.

Sappiamo bene che l’Asp di Catanzaro e i vertici dell’ospedale di Lamezia sono pienamente a conoscenza di questa situazione. Ancora più grave è il fatto che della vicenda degli specializzandi siano stati informati il presidente della Regione Calabria e commissario straordinario alla sanità, Roberto Occhiuto, il direttore di Azienda Zero e il commissario straordinario dell’Asp di Catanzaro, Antonio Battistini. Tuttavia, nonostante questa ampia conoscenza del problema, nulla è stato fatto per risolverlo, a dimostrazione di una mancanza di volontà politica o di capacità amministrativa.

La popolazione lametina merita risposte e azioni concrete, non scelte imposte dall’alto che non rispondono ai bisogni reali del territorio. Spero che questa denuncia anonima possa spingere la vostra redazione a fare luce su queste gravi problematiche e a sollecitare chi di dovere a prendere finalmente provvedimenti seri per migliorare la sanità nella nostra città.

Lettera firmata

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