Truffa ai danni dell’UE in danno di lavoratori disabili e svantaggiati
3 min di letturaSequestrati ai responsabili beni per oltre due milioni e mezzo di euro
LAMEZIA. Un insidioso sistema truffaldino, posto in essere da un’importante società operante nel settore dei servizi di “call center” è stato portato alla luce dalla guardia di finanza di Lamezia Terme, al termine di un’articolata attività d’indagine coordinata dalla Procura della città della Piana in materia di tutela della spesa pubblica nei confronti di imprese destinatarie di incentivi sia di origine comunitaria che nazionale
Nello specifico, la società in oggetto ha diverse sedi operative dislocate soprattutto sul territorio calabrese.
In particolare, le indagini hanno riguardato un’impresa risultata beneficiaria, nell’ambito del P.O.R. Calabria, di pubbliche sovvenzioni per complessivi € 2.953.280,56.
Tali erogazioni, comunitarie e nazionali, sarebbero dovute servire all’assunzione e successiva retribuzione di complessivi 207 lavoratori disabili o comunque classificati come svantaggiati e, come tali, facenti parte di categorie “protette”.
Attraverso i risultati dell’inchiesta, le fiamme gialle hanno accertato responsabilità penali nei confronti dell’amministratore e dei dirigenti della società, nonché di alcuni funzionari regionali calabresi preposti al monitoraggio e al controllo della corretta erogazione del cospicuo incentivo pubblico.
Più nel dettaglio, le investigazioni hanno evidenziato, tra l’altro, una serie di insidiosi e dolosi artifici documentali e contabili – molto ben camuffati – tramite i quali i soggetti con responsabilità apicale della società erano riusciti – in estrema sintesi – con la complicità di funzionari pubblici, ad attestare falsamente le condizioni di “svantaggio” e di disabilità dei lavoratori assunti, indispensabili per l’ottenimento degli incentivi, nonché a far sembrare, sempre soprattutto attraverso falsi documentali, ben 163 lavoratori come “neoassunti”, mentre in realtà erano già da tempo alle dipendenze della stessa impresa e, molti di essi, non appartenenti a nessuna categoria “svantaggiata”.
Tali plurime condotte fraudolente – corroborate dal comportamento dei funzionari regionali, i quali hanno attestato, contrariamente al vero, di aver eseguito i previsti controlli e che all’esito degli stessi non erano emerse irregolarità – hanno permesso all’impresa di ottenere indebitamente due delle tre rate dell’importo di incentivo assegnato, per un totale complessivo di euro 2.589.113,72 illecitamente ottenuto.
L’incasso della terza rata, che avrebbe incrementato l’importo percepito indebitamente, è stato impedito dall’intervento della Procura lametina e dei finanzieri.
All’esito delle indagini, i militari hanno proceduto alla denuncia alla Procura della Repubblica di Lamezia Terme di nr. 8 persone fisiche (fra i quali quattro funzionari regionali calabresi), per i reati di truffa aggravata finalizzata al conseguimento indebito di ingenti erogazioni pubbliche, falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, e nr. 1 persona giuridica (ovvero la società beneficiaria dell’incentivo) per i profili di responsabilità previsti dal d.Lgs. 231/2001.
In data odierna, le fiamme gialle lametine, su delega della Procura di Lamezia, stanno quindi dando esecuzione al decreto di sequestro preventivo per equivalente, emesso dal G.I.P. del tribunale lametino su richiesta del citato ufficio giudiziario, per l’intero importo indebitamente percepito, cautelando i beni nella disponibilità sia dalla società attenzionata, che dai diretti responsabili coinvolti appieno nelle descritte fattispecie truffaldine, compiute in danno di lavoratori “svantaggiati”, nel contesto del già precario “mercato del lavoro” locale.
Ciò, in modo da avviare il tempestivo recupero degli importi indebitamente sottratti dalle casse dell’Unione europea e dello Stato italiano e, quindi, utilizzarli per le finalità previste.
Redazione