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Lamezia. Un confronto civile e democratico sui dieci anni dell’amministrazione Speranza

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Lamezia. Un confronto civile e democratico sui dieci anni dell’amministrazione Speranza

Dialogo amichevole e confronto civile e democratico tra posizioni diverse: un’occasione per riflettere su uno spaccato della città, guardando ai percorsi  di questi anni ed al presente

Con alcuni eventi che, nel corso di quei dieci anni, hanno fatto da spartiacque nella storia di Lamezia: a cominciare dalla testimonianza di Rocco Mangiardi che, nel mese di gennaio di quindici anni fa in tribunale, puntava il dito contro i suoi aguzzini – la cosca Giampà – e iniziava una battaglia che continua ancora oggi, parlando con i giovani delle scuole di tutta Italia.

Una discussione franca si è sviluppata attorno al libro di Gianni Speranza “Una storia fuori dal Comunale” nell’iniziativa pubblica che si è svolta nel salone del seminario vescovile. A parlare sono stati alcuni dei protagonisti di quei dieci anni. Diversi gli interventi dal pubblico in sala.

La volontà di dare un segno e un indirizzo nuovo alla presenza della Comune di Lamezia nella gestione della Sacal è stato ricordato da Gianni Arena, che ha sottolineato come si sia cercato di “mettere al primo posto la trasparenza e la tutela dei diritti dei lavoratori, valorizzando il ruolo della città nella gestione dello scalo”.

“Amministrare una città significa dare continuità ai progetti già avviati e portarli a termine”, ha affermato la professoressa Giovanna De Sensi Sestito che, ricordando il compianto architetto Natale Proto che aveva avviato alcuni progetti poi portati a termine dalle amministrazioni Speranza. Ha ricordato la sua esperienza di assessore ai beni culturali e, in particolare,  il lavoro portato avanti per l’acquisizione del Bastione dei Cavalieri di Malta e per la riqualificazione dell’Abbazia Benedettina e dell’area archeologica di Terina. A ricordare gli anni di opposizione alla giunta Speranza, uno dei protagonisti del centrodestra di quel periodo, Francesco De Biase, già consigliere comunale e oggi segretario regionale della Uil pensionati, che ha sottolineato come, nel rispetto dei ruoli e nella conduzione di un’opposizione intransigente, sia stata una stagione “di forte battaglia politica, con consigli comunali che finivano alle 4 del mattino, proprio perché c’era voglia di discutere e confrontarsi”.

L’attenzione alle fasce sociali più deboli e l’apertura alle istanze del terzo settore sono state ricordate da Anna Maione, assessore alle politiche sociali mentre Elena Vera Stella, assessore alla cultura nell’ultima fase della seconda consiliatura, ha evidenziato la propensione quotidiana all’ascolto come stile dell’agire amministrativo.

“Le opere pubbliche realizzate nei dieci anni dell’amministrazione Speranza sono sotto gli occhi di tutti. Non si possono negare realtà che prima non c’erano: dai due lungomari ai parchi che hanno cambiato il volto di alcune zone della città, come, solo per citarne alcune, il parco Peppino Impastato e il parco della Piedichiusa”, ha rimarcato Rosario Piccioni, oggi consigliere comunale e leader dell’opposizione di centrosinistra all’amministrazione Mascaro.

Particolarmente significativo il dialogo tra Rocco Mangiardi e gli studenti del liceo classico –artistico “Fiorentino”, accompagnati dalla professoressa Maria Chieffallo. Rispondendo alla domanda di una studentessa, il testimone di giustizia, da anni sotto scorta, ha ricordato alcune parole richiamate nel libro di Speranza, che segnano un’immagine significativa di quegli anni: “tra sparare e sparire, scelgo di sperare. Con questo striscione sfilavano gli scout lametini per le strade, all’indomani dell’incendio al palazzo di Godino. A distanza di quindici anni da quel giorno in tribunale, penso che come uomini siamo chiamati a scegliere il bene. E io, con la mia testimonianza, ho cercato di fare questo. In questi giorni pensavo al fatto che, per via della scorta, non ho mai potuto accompagnare i miei nipotini a scuola. Ma spero che un giorno i miei nipotini, guardando a questa fase della storia della città, possano essere fieri del nonno”.

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