Lamezia, la Via Crucis dei giovani e della città nel pensiero del Vescovo Cantafora
3 min di letturaIn occasione delle celebrazioni del Venerdì Santo nella Diocesi di Lamezia Terme, il pensiero del Vescovo al termine della Via Crucis cittadina.
La Via Crucis dei giovani “fatta di paura del futuro, di incertezza del presente”. La Via Crucis di Lamezia, “dove passano stivali minacciosi di chi semina violenza, morte e sopruso in questa comunità”. Questi i pensieri rivolti dal Vescovo di Lamezia Terme Luigi Cantafora al termine della Via Crucis cittadina, che ha concluso i riti del Venerdì Santo, secondo giorno del triduo pasquale. Quattordici gruppi giovanili della Diocesi hanno scritto le meditazioni e portato la Croce lungo le quattordici stazioni che segnano il cammino di Gesù verso il Calvario, dove viene crocifisso per amore degli uomini.
“Abbiamo accompagnato Gesù sulle strade di questa città dove il Signore stesso ha sofferto e soffre di nuovo. Su questa terra martoriata, abbiamo piantato la Croce del Signore. E così abbiamo capito che la «Via Crucis» non è una cosa del passato, e di un determinato luogo della terra. La Croce del Signore abbraccia il mondo; e la «Via Crucis» attraversa il tempo”, ha detto il Vescovo Cantafora al termine del rito, parlando di una “Via Crucis dei giovani causata dagli adulti, da coloro che dovrebbero passare il testimone e che non sempre riescono o vogliono farlo”. Una Via Crucis – ha aggiunto Cantafora – “fatta di mancanza di testimoni e di “porte sbarrate” soprattutto per l’inserimento nel lavoro e nella società. Nello specchio della Croce del Signore Gesù noi vediamo tutte le sofferenze dell’umanità di oggi ma anche la divisione della nostra città nella superbia dei ricchi e nella miseria di tanti che soffrono fame, sete e altre diverse privazioni”.
Ma la fede cristiana non si ferma alla Croce, non si arresta al Venerdì Santo. E il presule lo ha richiamato, invitando a guardare alla Croce di Cristo “che ci parla dell’amore gratuito di Dio per noi, un amore che ci avvolge giacché sa anche soffrire, ci precede e ci abbraccia proprio là dove non ci ama nessuno, là dove noi stessi non ci amiamo. Un amore così impensato ci attira, ci converte, ci sprona, ci scuote da ogni nostro torpore o vittimismo”. E l’invito ad ogni giovane a “lasciarsi interpellare dal sacrificio di Gesù, a prendere il proprio posto in questa Via Crucis, a seguire la stessa strada di Gesù: la strada della bontà, della verità; il coraggio dell’amore anche quando potrà farti provare dolore. Permettiamo a Gesù di mettere in crisi le nostre umane certezze o di scrollarci! Apriamogli il cuore. Gesù è la verità che ci rende liberi di amare”.
I riti del triduo pasquale della Chiesa lametina proseguiranno questa sera in Cattedrale a partire dalle 22.30 con la celebrazione della Veglia Pasquale presieduta dal Vescovo e domenica, Pasqua di Resurrezione, con il solenne pontificale presieduto dal Vescovo alle 10.30.