#lameziavuolelavorareinsicurezza: flash mob per dire basta alle chiusure delle attività
3 min di letturaEmergenza Covid. La Calabria, come gran parte delle regioni italiane, cambia colore: dal rosso si passa all’arancione. Ma i problemi e le criticità sono sempre più forti e le difficoltà di molti settori produttivi crescono a livello esponenziale.
Il ritorno del colore arancione e quindi l’allentamento delle restrizioni anti-contagio fa tirare un sospiro di sollievo ai tanti titolari di attività e imprese che nelle ultime settimane sono stati costretti a mantenere le saracinesche abbassate.
Ma le continue chiusure e riaperture, totali o parziali, che si sono alternate in questi mesi hanno avuto gravi ripercussioni sull’economia e sulle tasche di coloro per i quali ogni stop forzato non è corrisposto al taglio di spese e tasse. Il passaggio di colore non è sufficiente pertanto a placare gli animi dei commercianti che, a Lamezia, hanno deciso di unirsi ancora una volta e far sentire la propria voce al grido di “Lamezia dice basta! #lameziavuolelavorareinsicurezza”.
Domani, martedì 13 aprile a partire dalle 10.30 si svolgerà un flashmob su corso Giovanni Nicotera che vedrà la presenza anche dell’associazione ‘Lamezia shopping’.
“Nel rispetto delle regole e del distanziamento sociale – ci spiegano Laura Butera e Francesca Chiaravalle, titolari di due centri estetici specializzati e tra le promotrici dell’iniziativa – abbiamo organizzato tutto online, parteciperanno vari rappresentanti delle attività commerciali locali, che porteranno con se simbolicamente l’oggetto che meglio rappresenta il proprio lavoro. La giornata sarà caratterizzata dall’osservazione di alcuni minuti di silenzio, il modo migliore secondo noi per far rumore ed esprimere le difficoltà che le varie categorie coinvolte stanno vivendo”.
“E’ la terza volta in un anno che chiudono le nostre attività – prosegue nel racconto Francesca – non abbiamo mai sentito la vicinanza delle istituzioni. I sussidi sono arrivati, ma li abbiamo restituiti pagando le tasse. Pagando tre volte tanto. A inizio pandemia ci hanno costretto a reinventarci: abbiamo seguito corsi di aggiornamento a pagamento e abbiamo dotato i nostri centri di tutti i dispositivi di sicurezza. Abbiamo rinunciato a molti appuntamenti, costretti a ridurli per evitare assembramenti nelle sale d’attesa. Sulla base delle nostre esperienze possiamo dire che si riesce a lavorare in sicurezza, perché i clienti rispettano con grande attenzione tutte le indicazioni del caso. E non hanno mai perso la voglia di curarsi o prendersi cura se stessi. Le chiusure non fanno bene a nessuno, anzi, aprono la strada all’abusivismo”.
“I contagi non aumentano con l’apertura delle nostre attività – concordano entrambe – bensì in altri ambienti o tra le mura domestiche. E’ mai scoppiato un focolaio in un centro estetico o in un negozio di abbigliamento?”.
“Chiediamo che ci venga restituita la possibilità di lavorare in sicurezza e onestamente – aggiunge Laura – gli aiuti che arrivano non sono sufficienti a coprire le spese vive che ogni attività ha. Si poteva pensare di vaccinare anche tutti i lavoratori a contatto diretto con il pubblico, sarebbe stato il modo migliore per tutelare tutti ed evitare chiusure continue. Non vogliamo più andare avanti così. Per questo la manifestazione si svolgerà nonostante il passaggio in zona arancione. Niente ci assicura che presto non torneremo in zona rossa. E se dovesse accadere, cosa faremo? Pretendiamo risposte concrete”.
La partecipazione al flashmob, che ha già ricevuto numerosi consensi, è aperta a chiunque rappresenti uno dei settori danneggiati dalle chiusure imposte dal governo, senza dimenticare palestre e teatri, e con l’auspicio che le richieste dei commercianti lametini giungano e vengano ascoltate da chi di competenza.
“Stiamo ancora cercando, con difficoltà, di sopperire a tutto quello che ci è venuto a mancare già nel primo lockdown – concludono Laura e Francesca – se la situazione non cambia, sopravvivranno ben poche attività e questo è un problema di tutti”.
Maria Francesca Gentile