Lanciata la petizione online per salvare il Centro regionale di neurogenetica
2 min di letturaIndirizzata direttamente al ministro della sanità Roberto Speranza, la petizione ha già raggiunto un cospicuo numero di adesioni. Si tratta dell’ennesimo tentativo di salvare il Centro regionale di neurogenetica voluto e diretto da Amalia Bruni, scienziata e ricercatrice nota in tutto il mondo per i suoi studi sull’Alzheimer e le malattie neurodegenerative.
“La Calabria rischia di perdere l’eccellenza mondiale per l’Alzheimer. Il Centro regionale di neurogenetica di Lamezia Terme, in provincia di Catanzaro, è un’eccellenza riconosciuta a livello internazionale. Sede di laboratori dove sono state fatte scoperte di straordinario valore nella conoscenza dei processi neurobiologici alla base della Malattia di Alzheimer e all’identificazione delle cause di altre forme di demenza”.
È quanto si legge nella petizione lanciata online circa una settimana fa da Roberta Patitucci, uno stimolo a sostenere la non chiusura di un centro di fama internazionale sempre in prima linea per quanto riguarda lo studio e la cura delle patologie largamente diffuse nella popolazione anziana.
La petizione ha una descrizione molto chiara e diretta: “Il DCA 62 (marzo 2020) e la Delibera 496 (agosto 2020) dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro (commissariata per mafia) che lo recepisce hanno dato il colpo di grazia, “staccando” il laboratorio di genetica molecolare dal Centro e annettendolo (sulla carta e senza atti successivi) alla Genetica medica dell’Università Magna Graecia, la quale ha dichiarato verbalmente e per iscritto che non è interessata al Centro regionale di neurogenetica”.
Come diretta conseguenza, “l’intero personale a contratto del laboratorio (quattro genetisti molecolari e un neuropatologo) sono andati via rendendo di fatto impossibile non solo l’espletamento della parte di ricerca ma anche quella relativa alla diagnostica molecolare erogabile con regolare impegnativa, e dunque perdendo notevoli risorse economiche”.
L’obiettivo è quello di sensibilizzare la cittadinanza locale a non soprassedere continuamente su decisioni che indeboliscono il settore sanitario regionale già particolarmente messo in ginocchio. L’auspicio è una rivoluzione delle coscienze, un’energica presa di posizione a difesa del centro con la consapevolezza che rinunciare ad una realtà di tale importanza medica vorrebbe dire impoverire non solo la Calabria ma l’intera comunità scientifica internazionale.
Felicia Villella