Lapsus Temporis Museo Archeologico Nazionale di Vibo Valentia
3 min di letturaSabato 9 giugno, alle ore 18.00, presso il Museo Archeologico Nazionale di Vibo Valentia si svolgerà il secondo momento dedicato a Lapsus Temporis, installazione site specific di Caterina Arcuri, nell’ambito del progetto Ceilings, promosso dall’Accademia di Belle Arti di Catanzaro e finanziato dalla Regione Calabria.
Dopo la presentazione dello stesso nel mese di marzo, alla presenza della direttrice del Museo dott.ssa Adele Bonofiglio, del curatore del progetto Simona Caramia e dell’artista Caterina Arcuri, in questa occasione si mostra l’esito di una sentita ricerca, volta alla scoperta della collezione permanente del Museo e del recupero della tecnica tradizionale della ceramica.
L’intervento di Caterina Arcuri difatti si pone in relazione con lo spazio architettonico e con i reperti del Museo, in particolare con la Laminetta orfica.
Il progetto affronta dunque il tema del viaggio, dell’attraversamento, indagato come condizioni esistenziale di continua ricerca, di incontro senza fine, evocato nelle molteplici implicazioni individuali e collettive. Il viaggio di Arcuri ammalia, conducendo lontano dai confini del corpo, dai limiti del pensiero e della conoscenza, lontano da tutto ciò che è “approdo sicuro”.
Lapsus Temporis consta nell’installazione di un gruppo di foglie, o barche, che trasportate dolcemente dalla corrente, percorrono distanze potenzialmente infinite, andando verso un oltre imperscrutabile. L’opera è emblema di un viaggio composto, rigoroso – il rigore caratterizza tutta la ricerca di Arcuri -, compiuto nel tempo e al di fuori di esso, giacché l’esito del viaggio sfugge, come dato certo ed oggettivo, alla vista dell’osservatore; né tanto meno si pone come prerogativa prima dell’artista.
Metafora dell’attraversamento, che non si cura della mèta ultima, Lapsus Temporis traccia un viaggio poetico, capace di suggestioni profonde, di evocare immagini forti, dense di pathos. Sospese, cullate, sostenute da un mare invisibile, ma al contempo presente nell’immaginazione di chi guarda, queste barche procedono silenziose e solenni; senza indugiare affrontano il loro percorso.
L’artista non abbandona mai la vocazione mitopietica, che è propria della cultura mediterranea di cui il suo lavoro è imbevuto e del quale vi sono evidenti rimandi in tutti i suoi cicli di opere, così le superfici lisce e bianche diventano apertura, possibilità-capacità di riflessione, che conduce all’attraversamento. Le sue superfici sono membrane sottili che protendono verso “quest’oltre imperscrutabile”.
L’arte di Arcuri innesca un dispositivo di appropriazione graduale del sapere, per il quale si compie l’esperienza immersiva (della conoscenza) nel “mare” della natura e dell’essere.
Lapsus Temporis è parte integrante di Ceilings, progetto che mira al consolidamento della rete museale calabrese, attraverso una serie di interventi permanenti di arte contemporanea e di attività laboratoriali; il progetto vanta un accordo di valorizzazione con il Polo Museale della Calabria, con il Museo Archeologico Nazionale della Sibaritide di Sibari, il Museo Archeologico Nazionale di Vibo Valentia, il Museo Archeologico Nazionale di Monasterace, nonché il patrocinio di Provincia di Catanzaro, Comune di Catanzaro – Assessorato alla Cultura di Catanzaro, Fondazione Rocco Guglielmo di Catanzaro, Museo MARCA di Catanzaro, Di.Co. – Servizi Museali MARCA di Catanzaro, Comune di Cropani, Comune di Tiriolo, Comune di Cosenza, Museo dei Brettii e degli Enotri di Cosenza, Cooperativa ViviKaulon.
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