Latino zero: senza Grammatica, ne facciamo Pratica!
2 min readGià qualche altra volta abbiamo avuto modo di dire che il latino è la base della lingua italiana per il Lessico, la Logica del logos e la Linea sintattica: tre liquide laterali come le iniziali delle terribili fiere dantesche (leone, lonza, lupa).
Potrebbe sembrare una brutta bestia l’antico, ma di certo, nelle mani di Virgilio, e Dante ne sa qualcosa, non è una selva oscura!
Adesso, ci chiediamo, accade che anche noi oggi adoperiamo correntemente parole ed espressioni ciceroniane, senza rendercene conto; il fenomeno, forse, è ancora più diffuso nel nostro modo di parlare. Facciamo qualche frustulo di dialogo diretto:
- “Quel sub non è un vero campione” (sub = “sotto”);
- “Mi faccia avere il suo curriculum” (curriculum = “corso”);
- “Non volevo: è stato un lapsus” (lapsus = “scivolone”);
- “L’imputato ha un alibi di ferro” (alibi = “altrove”);
- “Bis”!, gridavano tutti al concerto” (bis = “due volte”);
- “Hai messo in agenda il nostro appuntamento?” (agenda = “cose da fare”);
- “Eccoti, finalmente: lupus in fabula!” ( = il lupo nella favola [di Fedro], cioè si parla proprio di te!);
- “Giorgia, non strafare: est modus in rebus! (= c’è una misura nelle cose);
- “Non possiamo più tirarci indietro: alea iacta est! (= il dado è stato gettato, cioè la decisione è stata già presa);
- “ Ancora, a ridere senza motivo, voi?! Risus abundat in ore stultorum” (= il riso abbonda sulla bocca degli stolti);
- “E’ un divo del cinema!” (Divus fu l’appellativo che i Romani attribuirono, per la prima volta, a Gaio Giulio Cesare, il famoso condottiero e uomo politico del I secolo a. C., e poi ai Principes dell’Imperium, dopo la loro morte.
Si trattava di uomini che, per i loro meriti o le loro gesta, si erano mostrati eccellenti, superiori agli altri uomini.
E’ proprio questa idea di superiorità che anche noi oggi vogliamo esprimere, quando di un personaggio famoso dello spettacolo o dello sport diciamo che è un divo).
Quindi, alla luce di tutto ciò, benvenuti nella famiglia più longeva e secolare, a cui, per battesimo linguistico, eravate, da tempi meno antichi, già battezzati! Tempo di cresime, allora!
Prof. Francesco Polopoli