Le città Visibili sulle tracce di Corrado Alvaro
6 min di letturaUn viaggio nell’Aspromonte più autentico e verace quello che Le città Visibili hanno sperimentato, sulle tracce di Corrado Alvaro
Dopo svariati tentativi, durati anni, questo breve viaggio si è concretizzato grazie, oltre alla testardaggine della nostra presidente Anna Misuraca, al nostro infaticabile e appassionato amico architetto e guida naturalistico-escursionistica Peppe Battaglia, ad Andrea Laurenzano che, come sempre si è messo a disposizione per aiutarci nell’organizzazione, Tony Russo, presidente dell’associazione Sentiero dell’Inglese, collaboratori di Naturaliter, Società Cooperativa turistica a r.l. con sede a Bova, Tito Sgrò, di Calabria Fly, e Pino. Infinitamente grazie alla Ditta Bilotta che ci ha permesso di realizzare questo tour e all’autista Eugenio Stranges che si è “avventurato” e ha anche dovuto aspettare il nostro ritorno in una giornata a dir poco rovente. Con una temperatura esterna di circa 36° partiamo per Reggio Calabria, mentre Franca Guarna ci espone un’accurata e interessantissima introduzione a Corrado Alvaro.
La nostra prima tappa prevede la visita alla Biblioteca comunale “Pietro De Nava”, dove veniamo accolti con entusiasmo e dedizione dalle dottoresse Daniela Neri e Sabrina Versaci e dalla signora Maria Fotia, che ci mostrerà antichi libri e manoscritti di grande importanza. Entriamo nella bellissima Villetta De Nava, casa natale di Giuseppe De Nava, che ospita la Biblioteca storico-conservativa più importante del Meridione, e che giustamente le dottoresse Neri e Versaci annoverano tra le “risorse condivise che la città vuole offrire, per portare avanti la conoscenza, la valorizzazione e la promozione del patrimonio culturale di cui è in possesso”.
Ci viene spiegata la storia dello splendido palazzo Liberty e della Biblioteca, in cui ogni stanza, oggi, è dedicata ai donatori. La Sala 1 porta il nome del bibliofilo Gennaro Giuffrè, e custodisce, tra le altre cose, la copia anastatica (l’originale è conservato nella Biblioteca Estense di Modena) della Bibbia di Borso d’Este, miniata su pergamena, e la copia numero 445 (ne esistono mille esemplari) di una maestosa Divina Commedia illustrata ad acquerello da Amos Nattini, artista tra i più autorevoli illustratori danteschi del Novecento.
Visitiamo, subito dopo, la Sala Pietro De Nava, in cui ci vengono fatti notare importanti disegni e progetti opera dell’ingegnere e urbanista a cui è intitolata la sezione, e la Sala Corrado Alvaro, donazione della moglie dello scrittore, Laura, contenente l’arredo dello studio (sulla scrivania il premio Bergamotto d’oro) e parte della biblioteca personale dello scrittore di San Luca.
La visita alla Biblioteca prosegue e ci viene illustrato un bellissimo plastico che rievoca la Reggio Calabria del 1600; successivamente osserviamo, sfogliato dalle mani attente ed esperte della signora Fotia, il Commentarius in Pentateuchum in riproduzione anastatica (l’originale si trova nella Biblioteca Palatina di Parma); il commentario venne stampato a Reggio Calabria nel 1475 dal tipografo Abraham Ben Garton ben Isaac e può considerarsi il primo libro in ebraico che porti la data di pubblicazione.
Con la bellezza di questi tesori ancora negli occhi, risalendo vallata di Gallico, nota per le arance tardive, dette Belladonna, oggi presidio Slow Food, proseguiamo il nostro itinerario e giungiamo a Gambarie al Bellavista Park Hotel (grazie al titolare Luca Lombardi che si è dedicato a noi con attenzione e cura infinite), dove ci rifocilliamo con squisite pietanze tradizionali preparate con ottimi prodotti a km zero.
Nel pomeriggio, per cercare un po’ di fresco, Peppe Battaglia ci conduce in una passeggiata verso Tre Aie e nel Bosco delle Fate; sostiamo in vari punti con ko sguardo ai meravigliosi faggi e abeti che caratterizzano queste zone, mentre la nostra attenta guida ci informa che fu proprio al Sud, con i Borboni, che si istituì la prima legge sul taglio dei boschi. Qualche minuto di relax e poi un’ottima cena al Bellavista Park Hotel e una chiacchierata sotto le stelle nel giardino: lontani dalle luci dei lampioni si riescono a scorgere innumerevoli stelle e, addirittura, la via Lattea.
La mattina dopo ci avviamo a Polsi, accompagnati dai mezzi messi a disposizione da Andrea Laurenzano e con un carico di panini farciti d’ogni ben di Dio, opera di Luigi Belmonte. Ammirevole è stata la guida sicura sulle strade impervie e sui sentieri dell’Aspromonte, i nostri accompagnatori e driver hanno dimostrato sensibilità, disponibilità e competenza, permettendoci di ammirare la natura verdeggiante e ruvida dell’Aspromonte, a tratti quasi protettiva verso le mura erette dall’uomo come quelle del Santuario di Polsi.
Nel tragitto ci fermiamo in due punti d’osservazione: nel Vallone della Madonna si snodano varie strade che confluiscono nelle due principali che portano al Santuario della Madonna della Montagna. Peppe Battaglia ci spiega l’origine geologica del paesaggio e la stratificazione delle rocce e aggiunge un tocco letterario leggendo con noi un passo di Corrado Alvaro, tratto da una delle sue opere. “…
Le montagne sembrano ferite da qualche mano secolare: hanno i fianchi squarciati dal cadere precipitoso di qualche cosa d’inesorabile e d’immenso: forse da un masso che nella caduta abbia lasciato la sua grandezza infranta in mille pezzi”. L’altra tappa panoramica è quella che abbraccia la vallata delle Grandi pietre, Pietra Cappa, Pietra Lunga e Pietra Castello, dopodiché, proseguiamo la discesa verso il santuario, uno dei luoghi più mistici di tutto il Meridione attorno al quale sussistono diverse storie e leggende; proprio Corrado Alvaro, appena diciassettenne, scrisse “Polsi nell’arte, nella leggenda e nella storia”.
All’interno del Santuario c’è un percorso museale che Peppe Battaglia ci illustra e che racconta la storia del luogo; vi sono esposti oggetti di pregio artistico legati al culto ma anche numerosi, piccoli ex-voto donati da sconosciuti fedeli, che raccontano una storia secolare fatta di fede, pellegrinaggi e venerazione per la Madonna di Polsi.
Dopo aver pranzato con gli ottimi panini, raggiungiamo con le navette un punto agevole e, a piedi, proseguiamo fino a Montalto, la cima più alta dell’Aspromonte; sulla sua sommità, vi è una grande statua bronzea del Redentore e una Rosa dei Venti.
Il sentiero è immerso in faggete e abetaie e offre scorci panoramici unici al mondo: foschia permettendo, infatti, si possono osservare addirittura tre vulcani: Etna, Vulcano e Stromboli.
La tappa conclusiva è San Luca d’Aspromonte, città natale di Corrado Alvaro, dove ci accoglie Sebastiano Romeo e ci racconta della fondazione omonima, istituita il 24 gennaio del 1997 e fortemente voluta dal Comune di San Luca, dalla Regione Calabria, dall’Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria e dall’Università della Calabria, “per onorare il sanluchese che ha varcato il Pollino; l’aspromontano che ha raccontato la montagna; il calabrese che ha raggiunto l’Europa”.
Entriamo nelle stanze dove ritratti dello scrittore e della sua famiglia ci scrutano dalle pareti e copie dei suoi innumerevoli libri e di alcune traduzioni sono visibili sotto le teche che li custodiscono per proteggerli dal tempo. È importante che tutti noi contribuiamo a tenere viva la fama di questo scrittore che ha dato lustro e ha riscattato questa fantastica perla di una Regione la cui realtà naturalistica montanara è troppo spesso dimenticata.
In questi giorni abbiamo avuto il piacere di avere con noi il noto regista piemontese Gianluca De Serio, che opera con il fratello gemello Massimiliano con cui forma una tra le coppie più talentuose del cinema italiano (Sette opere di misericordia; I ricordi del fiume; Spaccapietre).
Gianluca ha voluto riassumere così il suo viaggio: “I due giorni con “Le città visibili”, passati con una compagnia davvero piacevole, interessata, curiosa, mi hanno fatto scoprire una Calabria profonda, stratificata, lontana dalle immagini stereotipate (positive o negative) più in voga. È stata una vera immersione nel cuore spirituale di un popolo, che pulsa nei luoghi di vita di un grande scrittore come Corrado Alvaro.
Grazie all’organizzazione perfetta eppure leggera di Anna Misuraca, abbiamo goduto di un’esperienza lenta, ben diversa dal concetto di turismo e più vicina a quella del cammino. Non ci sono stati solo panorami da guardare, ma paesaggi, della natura e dell’anima, da attraversare.
La guida di Peppe Battaglia, vero conoscitore del suo territorio come raramente si incontrano, ci ha condotto nella storia antropologica, religiosa e perfino botanica e geologica dell’Aspromonte. Nella sua voce commossa al ricordo del rito del Santuario di Polsi, ho scorto l’essenza di un popolo e la sua dignità”.
Giuliana Manfredi