Le dolci chiavi di San Pietro
3 min di letturaAd ogni evento religioso il suo dolce, e per la festa di San Pietro e Paolo, il 29 giugno ogni paese ha il suo
Lameziaterme.it scopre le usanze di Palermo per una delle feste più antiche
A Palermo vi era un rione dove abitavano pescatori e pescivendoli soprannominati Sanpietrani perché devoti di San Pietro. Il rione prendeva il nome del Santo, anche se stranamente non vi era una chiesa a lui dedicata.
Vi era invece, e vi è tuttora, una statua posta nella vicina chiesa di Santa Cita, che veniva portata in suo onore in processione per le vie del quartiere il 29 giugno.
I festeggiamenti avevano inizio la sera della vigilia e la tradizione voleva che si regalassero ai ragazzi dei caratteristici biscotti a forma di chiave, perchè con questo simbolo si riconosceva in San Pietro l’autorità di custode delle chiavi del Paradiso.
Questi biscotti -che i palermitani chiamano comunemente “chiavi ri San Pietru”- venivano confezionati con pasta mielata e mandorle, che una volta spianata veniva ritagliata con uno stampo a forma.
Vi era l’abitudine anche che tutti i fidanzati nel giorno di San Pietro non venissero meno ad un dovere di galateo amoroso, presentandosi all’amata con una bella chiave per aprire il suo cuore. In questo caso si trattava di chiavi più ricche delle precedenti, e allora veniva utilizzato del pan di Spagna rivestito di panna e frutta sciroppata. Sugli usci delle case dei sanpietrani, infine, venivano dipinte chiavi di colore rosso.
Dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale, il rione venne abbandonato, e la festa non venne più celebrata. E’ rimasta invece la tradizione di preparare i biscotti che ancora oggi sono venduti nelle migliori pasticcerie.
La ricetta (di Palermo in tavola)
Ingredienti per 8 chiavi di media grandezza:
200 g di farina 00
100 g farina di mandorle
100 g di burro o margarina
2 tuorli
100 g di miele
zucchero q.b.
confettini bianchi all’anice
colorante per alimenti nei colori verde e rosso
una sagoma di cartone sagomata con la forma di una chiave di circa 20 cm di lunghezza.
Procedimento:
Lavorate la farina con il miele e il burro fino ad ottenere un composto liscio, compatto ed omogeneo. Tritate le mandorle in pezzi grossolani e aggiungetele all’impasto. Stendete la pasta ad altezza di mezzo centimetro circa.
Tagliate una sagoma di cartone a forma di chiave dell’altezza di 15 cm circa per la chiave piccola di 30 cm per la chiave grande. Sovrapponete la sagoma alla pasta stesa e ritagliatela. Disponete le chiavi, facendo attenzione a non deformarle, in una teglia e infornate in forno preriscaldato a 200°C per circa mezz’ora, avendo l’accortezza di girarle dopo un quarto d’ora in modo da farle dorare da entrambe i lati. Una volta cotte, lasciatele raffreddare.
Nel frattempo prendete tre bicchierini di carta e mettetevi all’interno in ciascuno due cucchiai abbondanti di zucchero. Mettete in un bicchierino la punta di un cucchiaio di colorante verde, e mescolate fino a rendere lo zucchero di un verde tenue omogeneo. Fate la stessa cosa con il colore rosso nel secondo bicchierino. Lascerete invece intatto lo zucchero bianco nel terzo bicchierino.
Spennellate con pochissimo miele le chiavi ormai raffreddate e cospargetele con lo zucchero dei tre colori in modo da simulare l’alternanza della bandiera italiana. Allo stesso modo cospargete le estremità del biscotto con gli “anicini” ovvero confettini all’anice che conferiscono il gusto caratteristico a questo dolce.
Giovedì gnocchi è la rubrica gastronomica di lameziaterme.it aperta a tutti.
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Valentina Arichetta