Le donne protagoniste del cambiamento: presentato a Lamezia il libro di Marisa Manzini
3 min di letturaAl Teatro di S. Eufemia a Lamezia Terme è stato presentato il libro “donne custodi, donne combattenti” dell’autrice Marisa Manzini
Hanno conversato con lei l’onorevole Angela Napoli ed il giornalista Pietro Comito. Edita da Rubbettino, l’opera affronta una tematica molto attuale, parla di una criminalità territoriale di donne che diventano custodi di valori come il patriarcato, l’obbedienza devota, la vendetta, l’omertà e l’emulazione della violenza. Ma ci sono anche tante altre donne che si ribellano, donne di famiglie mafiose, vittime, testimoni di soprusi, che diventano combattenti, per dare ai propri figli un futuro migliore.
Pietro Comito, giornalista attento, ci spiega la sua visione: “La dottoressa Manzini nel suo libro dice che le donne tradizionalmente sono custodi della vendetta, della pedagogia della vendetta, di disvalori mafiosi, coloro che possono sicuramente portare avanti gli affari dal punto di vista economico. Negli ultimi anni, però, le cose sono cambiate considerevolmente. Probabilmente questo è il frutto del cambiamento sostanziale della società che poi si è tradotto anche in un cambiamento della società mafiosa e abbiamo assistito, ad esempio, a chi è capace di ribellarsi alle logiche del potere mafioso alle logiche della famiglia mafiosa, per due principali ragioni: intanto per l’amore che nutrono nei confronti dei figli e poi perché se stesse, talvolta, hanno trovato un amore fuori dalla famiglia di appartenenza”.
L’autrice, Marisa Manzini, Sostituto Procuratore Generale di Catanzaro, nota per l’impegno alla lotta alla ‘ndrangheta, a proposito del testo, afferma: “L’idea è stata quella di fare in particolare un focus su quelle che sono le persone nell’ambito dell’organizzazione criminale ndranghetista, con un’attenzione particolare alla figura della donna e la Ndrangheta è un’organizzazione maschilista, però da sempre le donne hanno avuto un ruolo importante. Nel corso del tempo però, sono riuscite, alcune mantenendo ferma la propria convinzione, uscendo e rientrando dall’organizzazione mafiosa, a credere in una vita diversa e quindi, avvicinarsi allo stato ed avviare un’attività di collaborazione”.
“Questo libro rappresenta un punto di partenza per far conoscere innanzitutto la realtà della situazione delle donne di ndrangheta” afferma l’onorevole Angela Napoli, da anni sostenitrice di battaglie di legalità e da sempre in prima linea per la difesa dei diritti. Poi prosegue: “di quelle donne che sono riuscite a dire no alla famiglia di appartenenza, a volte pagando con la vita. Le donne rappresentano la parte principale della famiglia, dovrebbero essere quelle in grado di battersi per la pace per la tranquillità per la serenità e per la legalità”.
Alla presentazione era presente anche Rocco Mangiardi, testimone di giustizia e uomo che ha scelto di non essere più vittima dell’illegalità: “E’ una gioia sapere che c’è altra gente che si ribella, spero ci siano altre persone come la dottoressa Manzini, oggi avremo modo di ascoltare la narrazione del suo nuovo libro e noi dobbiamo avere fiducia in loro, un tempo non si poteva avere fiducia, parlare liberamente della mafia, fare nomi e cognomi. Però adesso è tutto chiaro”.
Molto intense anche le letture del libro stesso, come la canzone proposta all’inizio della presentazione “Pensa” di Fabrizio Moro, un testo impegnato, eseguito magistralmente dall’associazione Lamezia Muse e che ha catturato l’attenzione del pubblico con un lungo e sentito applauso.