“Le mani di chi lavora devono restare libere”
4 min di letturaOpen day a Cosenza dello sportello di assistenza antiracket e antiusura Mani Libere
Con il ricordo di Lucio Ferrami, ucciso dalla ‘ndrangheta per essersi rifiutato di pagare il pizzo, e gli “esempi di coraggio di donne e uomini calabresi”, si è dato avvio all’open day dello sportello di assistenza antiracket e antiusura di Cosenza, organizzato dalla rete delle associazioni antiracket attive sul territorio regionale che oggi confluiscono nel progetto Mani Libere in Calabria sostenuto dal Ministero dell’Interno attraverso il Pon Legalità.
Presenti il Prefetto di Cosenza Vittoria Ciaramella, il sindaco della città Franz Caruso, l’assessore al welfare Veronica Buffone, la consigliera comunale Chiara Penna, il Capo della Squadra mobile di Cosenza Angelo Paduano, il Comandante provinciale dei Carabinieri di Cosenza colonnello Agatino Spoto, il comandante provinciale della Guardia di Finanza di Cosenza colonnello Danilo Nastasi, la responsabile del presidio di Libera Cosenza Franca Ferrami, i rappresentanti della Fondazione antiusura Don Carlo De Cardona, la coordinatrice regionale del progetto Mani Libere Maria Teresa Morano, il responsabile dello sportello di assistenza Alessio Cassano e il Presidente dell’Associazione Antiracket Ferrami Marco Moretti.
“Con gli sportelli territoriali di assistenza, il mondo dell’antiracket calabrese si struttura per essere sempre a fianco delle Istituzioni per la società civile” – ha spiegato il giornalista Arcangelo Badolati, moderatore dell’evento che sin dalle origini segue il movimento antiracket calabrese.
E grazie ad essi, le città di Cosenza, Lamezia Terme, Polistena e Cittanova possono contare su presidi territoriali in grado di offrire sostegno agli imprenditori vittime dei reati estorsivi e usurari. Questi sono seguiti e accompagnati da professionisti che forniscono assistenza legale, commerciale, aziendale e psicologica gratuita, e supporto per l’accesso al Fondo di Solidarietà, e dai soci delle associazioni antiracket di riferimento che mettono a disposizione la propria esperienza maturata sul campo.
Per raggiungere più facilmente gli utenti l’assistenza sarà svolta anche online e potrà contare sulla disponibilità di uno sportello “ambulante” disponibile su tutto il territorio regionale. Inoltre è attivo il numero telefonico 329 05 66 908 e l’indirizzo mail richiesteaiuto@manilibere.org a cui rivolgersi per un primo contatto.
“La manifestazione di oggi dimostra la volontà di collaborare per far fronte comune contro la mafia – ha detto il sindaco Caruso – per troppo tempo ha regnato l’omertà, favorendo il controllo criminale. Ora con le “mani libere” è tempo di fare qualcosa”.
“Gli imprenditori non devono essere lasciati da soli a fronteggiare chi tenta di soffocarli – ha osservato nel suo intervento il Prefetto Ciaramella – un plauso quindi a queste associazioni che rispondono a questa necessità e lavorano in questa direzione”.
“Conosco bene lo stato d’animo di chi affronta i soprusi delle mafie, la paura e lo smarrimento che si provano – ha raccontato Alessio Cassano ripercorrendo la propria storia di denuncia – attualmente grazie alle associazioni antiracket e agli sportelli di sostegno si hanno finalmente dei punti di riferimento, e noi abbiamo tutti gli strumenti per tutelare chi denuncia”.
“Stiamo cercando di creare le condizioni per cui gli imprenditori non debbano più assoggettarsi. Siamo l’ultima regione in fatto di numeri e denunce, ma noi abbiamo il dovere morale di dimostrare che un’alternativa è possibile. Mani Libere significa proprio questo: le mani di chi lavora possono restare libere” – ha concluso Maria Teresa Morano.
All’indomani della presentazione in parlamento della relazione semestrale della Dia Direzione Investigativa Antimafia relativa al primo semestre del 2021, in cui è emersa la capacità della ‘ndrangheta di “dimostrarsi abile nel proporsi a sostegno di famiglie e imprese in sofferenza innescando un meccanismo di dipendenza da riscattare a tempo debito o volto alla prosecuzione dell’attività con lo scopo di subentrare negli asset proprietari per riciclare le disponibilità illecite ed ampliare i propri settori produttivi in ogni area del Paese”, le attività degli sportelli di assistenza appaiono ulteriormente fondamentali per offrire un’opportunità di sopravvivenza reale e concreta, altrimenti negata, agli imprenditori e alle loro attività.
“Non ci sono più alibi”, hanno concordato tutti gli intervenuti, per continuare ad assecondare un sistema illegale che impedisce l’economia sana e priva delle libertà d’impresa: “Mani Libere è in prima linea a fianco di chi decide di stare dalla parte giusta”.