Lega: il Dipartimento Nazionale Antimafia affronta le criticità della normativa
2 min di letturaSi è tenuta alla Camera dei deputati, nella Sala Salvadori, la prima riunione in presenza del Dipartimento Nazionale Antimafia
Comunicato Stampa
Con la partecipazione del presidente On. Gianluca Cantalamessa e di tutti i responsabili regionali, oltre a diversi esperti della materia, per un confronto diretto ed aperto sulle riscontrate criticità della normativa, specialmente avendo riguardo alle interdittive, allo scioglimento dei Comuni ed alle infiltrazioni delle mafie in tutti i settori economici dell’Italia.
Molti gli interventi che hanno comprovato come le mafie siano presenti nella nostra Nazione ed anche all’estero e che, quindi, trattasi di un problema che interessa tutto il mondo. Dalla riunione è anche emersa la radicazione e pericolosità della ‘ndrangheta per essere questa un modello quasi impenetrabile, essendo costruita sui rapporti familiari e sulla espansione della stessa in tante nazioni europee e no.
Particolarmente interessante la ricostruzione ed i ricordi del gen. Emilio Errighi, che ha operato in Calabria ed ha potuto verificare sul campo quanto spesso si afferma o si legge senza alcuna esperienza diretta.
L’intervento dell’avv. Giacomo Saccomanno, dopo una breve panoramica delle esperienze avute negli anni e la svolta della sua attività a seguito della difesa di un futuro pentito, che gli ha consentito di assistere, nel tempo, tanti imprenditori e parte lese nei processi di ‘ndrangheta, si è sviluppato nel tema assegnato e cioè sull’adeguatezza o meno della legge sullo scioglimento dei consigli comunali.
Nel ribadire che oramai il problema interessa quasi tutta l’Italia riuscendo il sistema mafioso a controllare un vasto consenso elettorale, lo stesso ha evidenziato che tutta la normativa in materia presenta delle evidenti criticità, trattandosi di legislazione di emergenza che non è stata mai rivisitata in modo del tutto organico e, quindi, spesso viene a mancare quella specializzazione indispensabile e la conoscenza adeguata della materia e delle strategie della criminalità organizzata da parte degli operatori, con l’evidente pericolo di buttare col fascio anche l’erba buona.
Ha ribadito, pertanto, la necessità di creare una rete provinciale che possa acquisire notizie utili, un gruppo di lavoro per avanzare proposte concrete e modifiche legislative, una relazione annuale delle attività svolte e, infine, incontri pubblici per informare e formare i cittadini, gli imprenditori, i dirigenti politici e gli amministratori, specialmente nei territori ove si pensa che non esista tale sistema criminale.