Legambiente Calabria chiede un nuovo Patto europeo per il futuro
7 min di letturaPresentata, in un incontro con i candidati, l’Agenda per la legislatura europea 2024-2029: 13 pilastri su cui fondare il Nuovo Green Deal europeo e 16 priorità ambientali
“Un Nuovo Green Deal per l’Europa” è il titolo dell’iniziativa che fa parte di un ciclo di eventi che Legambiente, associazione che opera da ben 44 anni per la tutela e la valorizzazione dell’ambiente, sta organizzando in tutte le regioni italiane con l’intento di svolgere un ruolo di catalizzatore della partecipazione democratica ed evidenziare la grande importanza delle elezioni europee.
Crotone è stata la tappa calabrese dell’evento organizzato da Legambiente Calabria, in collaborazione con il circolo locale, e che si è tenuto ieri mattina nella sala Margherita del Comune di Crotone alla presenza di alcuni candidati al Parlamento europeo e di rappresentanti delle principali forze politiche.
Nel corso dell’incontro, Legambiente ha presentato ai partiti, attraverso la relazione introduttiva della presidente di Legambiente Calabria, Anna Parretta, e quella del presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani, la propria Agenda per la legislatura europea 2024-2029: 13 pilastri su cui fondare il Nuovo Green Deal europeo e 16 priorità ambientali su cui sarà importante lavorare nella prossima legislatura europea, anche per creare nuovi posti di lavoro e migliorare la vita dei cittadini europei.
Dopo i saluti istituzionali dell’Assessore alla Tutela dell’Ambiente Angela Maria De Renzo, in rappresentanza dell’Amministrazione comunale di Crotone, l’incontro, moderato da Rosaria Vazzano, presidente del circolo Legambiente Crotone, è proseguito con gli interventi dei candidati all’Europarlamento presenti: Pasquale Tridico per il M5Stelle, Francesco De Nisiper Azione, Maria Pia Funaro per Alleanza Verdi Sinistra, Luigi Tassone per il PD e dei rappresentanti delle forze politiche Fabio Manica per Forza Italia e Michele De Simone per Fratelli d’Italia.
Ha costituito un importante fuori programma l’intervento di un gruppo di lavoratori Abramo Customer Care, che hanno chiesto a Legambiente di portare l’attenzione sulla vertenza che purtroppo li coinvolge a fronte del rischio della perdita di un migliaio di posti di lavoro.
Ha concluso i lavori il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani:“Nella prossima legislatura europea – dichiara Ciafani – è fondamentale che si affermi una solida maggioranza a sostegno di un ‘Patto europeo per il futuro’, motore di un Nuovo Green Deal in grado di coniugare ambiziose politiche ambientali, climatiche ed energetiche con quelle fondate sulla competitività industriale e sulla coesione sociale. È fondamentale far recuperare ai paesi europei il tempo perso sulla produzione di tecnologie pulite. Nell’era dell’emergenza climatica, infatti, chi prima produrrà le soluzioni tecnologiche più innovative ai problemi del Pianeta, occuperà in anticipo i mercati internazionali. Rallentando il Green Deal lasceremo sempre più spazio alle tecnologie prodotte fuori dal Vecchio Continente, a partire dalla Cina. Per rendere possibile questo scenario la nostra associazione ha deciso di organizzare la sua ‘campagna elettorale’, promuovendo la partecipazione al voto di cittadine e cittadini e confrontandosi con i partiti e i loro candidati sull’importanza dell’Europa e del Green Deal, con iniziative organizzate in ogni regione italiana”
“Le elezioni dell’8 e del 9 giugno – dichiara Anna Parretta presidente di Legambiente Calabria – sono molto importanti perché incideranno sul futuro di tutti i calabresi. L’Europa ha svolto fin dalla sua nascita un ruolo fondamentale per la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini. Le crisi climatica, energetica, politica, umanitaria ed economica che stiamo vivendo impongono ora di accelerare la transizione ecologica e di stipulare un Nuovo Patto europeo che ponga al centro i temi ambientali. Non abbiamo più tempo. Chiediamo a coloro che rappresenteranno la Calabria nel nuovo Europarlamento, un forte impegno sui temi della pace e dell’ambiente per la costruzione di una società più sostenibile, più equa e più giusta”.
Crotone è stata scelta come sede dell’evento, come città simbolica della grande bellezza della nostra regione e delle grandi problematiche che questa terra vive, troppo spesso ultima nelle classifiche nazionali. Una terra di grandi contraddizioni che subisce ancora oggi l’eredità pesante degli errori di sviluppo del passato come dimostra tutta la questione della bonifica. “L’avere scelto Crotone quale tappa regionale di questo percorso itinerante – afferma Rosaria Vazzano, presidente del circolo di Legambiente Crotone –è l’ennesima prova di quanto la “questione Crotone” sia all’attenzione di Legambiente tutta, e di quanto la città e soprattutto le vicende legate alla bonifica rappresenti in questo momento, l’emblema della Calabria e del Sud Italia, tra la contraddizione che vive fra un passato glorioso ed occasioni mancate, superabile solo dalla capacità e dalla volontà di lavorare insieme, associazionismo, politica, rappresentanze datoriali e di categoria per il bene comune”
L’Agenda di Legambiente per la legislatura europea 2024-2029: 13 pilastri su cui fondare il Nuovo Green Deal europeo e 16 priorità ambientali
Per Legambiente, l’Italia deve dare il suo contributo per un’ambiziosa azione comune europea che, se messa in campo, potrà portare ai cittadini importanti benefici economici. Secondo un recente studio del Servizio Ricerca del Parlamento europeo (EPRS), i benefici legati ad un’azione di questo tipo potrebbero ammontare sino a 3mila miliardi di euro l’anno entro il 2032, pari al 18% del PIL dell’Unione europea nel 2022, pari a 6.700 euro all’anno per ciascun cittadino. Secondo il think-tank europeo Strategic Perspectives nei prossimi 15 anni con 668 miliardi di euro di nuovi investimenti si creerebbero 2 milioni di nuovi posti di lavoro nell’industria nello scenario europeo “zero emissioni nette entro il 2040”; si otterrebbe un risparmio tra il 2025 ed il 2040 di 856 miliardi di euro grazie alla riduzione delle importazioni di combustibili fossili; si ridurrebbe di due terzi la bolletta energetica di famiglie e imprese entro il 2035.
13 i pilastri su cui fondare il Nuovo Green Deal europeo – clima-energia; economia circolare; piano d’azione Zero pollution; agricoltura; salute dei suoli; industria; trasporti e mobilità sostenibile; biodiversità, aree protette e foreste; investimenti per la Just Transition; tutela penale dell’ambiente; giustizia climatica; ricerca e innovazione; coinvolgimento e partecipazione dei cittadini – e 16 le priorità ambientali : prima priorità europea, indicata nell’agenda di Legambiente, dovrà essere il clima e tutte le azioni possibili per mitigare e adattarsi alla crisi climatica. Dall’adottare un nuovo pacchetto energia e clima Fit for 1.5°C – in grado di ridurre le emissioni climalteranti di almeno il 65% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990, e poter così raggiungere la neutralità climatica già entro il 2040, fissando le scadenze per il phasing-out delle fonti fossili (2030 per il carbone, 2035 per il gas e 2040 per il petrolio), escludendo il nucleare e la cattura e lo stoccaggio dell’anidride carbonica dalle tecnologie strategiche e dai progetti prioritari del Regolamento Net Zero Industry Act – all’approvare una legge quadro sulla resilienza climatica per coordinare norme stringenti sull’adattamento, con efficaci piani nazionali e adeguate risorse economiche, in tutti i Paesi membri. Per arrivare a definire un’adeguata Strategia europea per la giustizia climatica fondata su una politica comune di accoglienza e solidarietà dando risposte concrete alla crisi umanitaria dovuta anche alle migrazioni forzate causate dall’emergenza climatica.
Tra le altre priorità, si va da un’ambiziosa Strategia industriale europea, per rafforzare la competitività delle imprese e accelerare la transizione verso la neutralità climatica, una nuova Direttiva quadro sulla giusta transizione in Europa, alimentando di nuove risorse economiche il Just Transition Fund, fino all’istituzione di un Fondo europeo per gli investimenti green e sociali post-2026 di almeno 1.000 miliardi di euro (una sorta di NextGenerationEU 2.0).
Bisognerà dare, poi, concretezza ad un piano d’azione Zero Pollution (senza concedere deroghe alle scadenze temporali nella lotta allo smog e prevedendo azioni stringenti per ridurre alcuni inquinanti pericolosi per la salute nelle acque, come nel caso dei Pfas); varare una direttiva sulla gestione sostenibile delle risorse in Europa, insieme al rafforzamento delle filiere strategiche di approvvigionamento per la gestione circolare dei rifiuti tessili e delle materie prime critiche dai rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE); approvare la direttiva sulla salute dei suoli, ripartendo dall’obiettivo ONU di fermare e invertire il loro degrado entro il 2030.
Sul fronte agricoltura, nella prossima legislatura europea per Legambiente le politiche agricole andranno reindirizzate verso l’orizzonte dell’agroecologia e riallineate alle Strategie europee From Farm to Fork e Biodiversity, rimettendo anche in pista le misure ambientali strategiche e prioritarie, abbandonate dopo la rivolta dei trattori. Occorrerà varare la Nature Restoration Law, già approvata dal Parlamento ma bloccata dal Consiglio, e attuare il regolamento EUDR, per arrestare la perdita delle foreste entro il 2030.
Per l’agenda di Legambiente occorrerà anche: varare un piando di investimenti per lo sviluppo del trasporto pubblico su ferro e per l’elettrificazione della mobilità, estendendo a tutte le principali città europee lo stesso percorso iniziato dalle 100 città della Climate Neutrality and Smart Cities Mission; procedere all’approvazione della direttiva sulla lotta alla corruzione, dopo averlo già fatto con quelle sulla tutela penale dell’ambiente e sulla confisca dei beni alle organizzazioni criminali. Sarà, inoltre, importante orientare gli investimenti pubblici sugli ambiti più innovativi e con maggiore impatto sociale e ambientali; avviare una più efficace azione diplomatica per dare un contributo concreto alla pace e promuovere in tutti i Paesi membri una nuova stagione di coinvolgimento territoriale e degli stakeholder per accompagnare la transizione ecologica. Proposte che l’associazione ambientalista ha riassunto anche nella petizione #Carpedeal.