Legge Merlin a 60 anni dalla promulgazione della norma contro le case chiuse
3 min di letturaIl 20 febbraio di 60 anni fa il Parlamento italiano approvava la legge numero 75 in materia di “Abolizione della regolamentazione della prostituzione e lotta contro lo sfruttamento della prostituzione altrui.”
Nota come la legge Merlin, dal nome della senatrice Lina Merlin che ne fu prima firmataria, la legge abolì di fatto la regolamentazione della prostituzione in Italia portando alla chiusura delle case di tolleranza e introducendo i reati di sfruttamento, induzione e favoreggiamento della prostituzione.
Lina Merlin e la legge numero 75
Lina Merlin, all’anagrafe Angelina Merlin (1887-1979), è stata la prima donna a essere eletta al Senato e una delle ventuno donne dell’Assemblea Costituente, l’organo che tra il 1946 al 1948 stilò la Costituzione della Repubblica italiana.
Considerato il tema spinoso, l’iter della legge Merlin fu molto lungo e tortuoso; la prima bozza risale addirittura al 1948, dieci anni prima di quel fatidico 20 febbraio 1958, dall’approvazione definitiva. La proposta creò una spaccatura nell’opinione pubblica italiana.
A dare un contributo importante alla promulgazione fu il libro pubblicato nel 1955 da Lina Merlin e Carla Valtolina, moglie del futuro presidente della Repubblica Sandro Pertini, dal titolo Lettere dalle case chiuse. L’opera, seppur incontrando numerosi oppositori, contribuì a sensibilizzare il popolo italiano sulla tematica.
Tra le righe del libro, che constava di numerose lettere scritte dalle mondane, emergevano con forza e squallore tutti i problemi nei quali i bordelli versavano.
Con l’entrata in vigore della storica norma oltre 500 case di piacere italiane furono costrette alla chiusura.
La legge Merlin oggi
A distanza di 60 anni dalla firma del Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, la legge Merlin e il tema della prostituzione continuano a essere al centro del dibattito pubblico e politico, specie in periodi come questi di elezioni elettorali.
Tante sono state le proposte di variazione e di revisione della legge numero 75/1958. Tutte con il fine di allinearsi alle regole vigenti in paesi come la Svizzera, l’Olanda e la Germania dove la prostituzione è pienamente legale e regolata. Qui le cortigiane sono tutelate e soggette al fisco nazionale come per ogni altro mestiere.
Chiudiamo con un aneddoto: storia vuole che in quei frenetici giorni del 1958 Lina Merlin fu avvicinata da un soldato che le domandò come avrebbero fatto, con la chiusura dei postriboli, da ora in avanti i militari.
La senatrice gli rispose: “Lei bel giovanotto impari a fare la corte alle ragazze”.
Antonio Pagliuso