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La letteratura non dà pane, ma di slanci ne è lievito!

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biblioteca praga

Di fronte alle storie dei migranti il pensiero corre all’indietro a visitare le più belle pagine di Omero, che è il volto poetico cui è ri-volto tutto l’Occidente ormai da millenni

Penso soprattutto alla sua epopea che da allora come ora continua a prospettarsi come storia non conclusa. Perché?

C’è una guerra ancora aperta ai danni dello straniero senza doverlo nascondere dietro a un dito: nel venirci in soccorso, la poesia epica ci ricorda che dalla fuga di Enea, primo extracomunitario in Italia, ne è venuta fuori la più bella storia di tutti i tempi.

Tante volte ce lo dimentichiamo, già! Eppure, il conflitto delle divergenze è in atto proprio come ci raccontano i versi chiaroscurali di Virgilio: “Huc pauci vestris adnavimus oris. Quod genus hoc hominum? Quaeve hunc tam barbara morem permittit patria? Hospitio prohibemur harenae; bella cient primaque vetant consistere terra” (traduzione: “in pochi a nuoto arrivammo qui sulle vostre spiagge. Ma che razza di uomini è questa? Quale patria permette un costume così barbaro, che ci nega perfino l’ospitalità della sabbia; che ci dichiara guerra e ci vieta di posarci sulla vicina terra”, Eneide, Libro I 538 sg.).

Ma che vogliamo che sia tutto questo, potreste dire: beh, solo fantasia! Del resto, la Cultura è disinvestita, se non per pochi caminetti di Cenerentola! Mi piace rammentare in questa sede come i Malavoglia di Verga siano attuali ancora oggi per quella questione del Mezzogiorno, mai volutamente risolta da tutte le frange politiche di ogni età e colore.

Ed anche qui sarebbe intervenuto il nostro buon Omero, gridando alla valorizzazione del nostro Sud, sgranando magari gli occhi, ciechi ma non di cecità morale!

Rileggere l’Odissea, infatti, è mettere al centro dell’attenzione politica le più piccole realtà territoriali, rendendole meritorie d’attenzione nel panorama mediterraneo: Itaca non è Sparta, né tantomeno Atene.

Piccola cosa tra grandi Poleis, insomma! Eppure questa minuscola isola è rappresentativa di un piccolo mondo al centro dell’Ellade tutta. Possiamo dire la stessa cosa del nostro Sud d’Italia? Credo proprio di no.

Cari politici, meditate: anzi, Amate, perché l’amore per le bellezze, di cui siamo debitori, sa muovere ogni cosa!

Prof. Francesco Polopoli

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