In Calabria 37.500 casi di demenza. A lezione di neurogenetica con la scienziata Amalia Bruni
3 min di letturaLa scienziata Amalia Bruni ospite dell’evento promosso dal Soroptimist Club di Lamezia
LAMEZIA. Amalia Cecilia Bruni, scienziata di fama mondiale nonché direttrice del Centro regionale di neurogenetica, è stata l’ospite dell’incontro “Stem, le studentesse vogliono contare” tenutosi all’Istituto tecnico economico “Valentino De Fazio”.
L’iniziativa è stata ideata e promossa dal Soroptimist Club di Lamezia Terme con la finalità di appassionare le giovani studentesse alle materie scientifiche e tecnologiche.
Ad introdurre la conferenza Lucia Greco, presidente lametina del club service, e la docente dell’Ite De Fazio Angela Sirianni.
Amalia Bruni che è neurologa e che, nella sua lunga carriera ha collezionato diverse specializzazioni oltre che numerosi riconoscimenti per la sua attività di ricerca, ha raccontato come è nata la sua passione per la medicina ed in particolare per le malattie neurodegenerative.
“Tutto è cominciato quando avevo 14 anni e mi sono ritrovata tra le mani un trattato di psicoanalisi e, da quel momento, mi sono innamorata del cervello – ha ricordato la ricercatrice parlando ai ragazzi. – Ho capito che avrei passato la mia vita a studiare la nostra mente”.
La scienziata lametina ha poi ripercorso le tappe della sua carriera, parlando dei vari traguardi conquistati, ricordando le collaborazioni con studiosi e ricercatori di tutto il mondo. Tra questi anche Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la medicina nel 1986.
Bruni si è poi soffermata sui suoi studi riguardanti la malattia d’Alzheimer e altre patologie neurodegenerative. Per la cura e la terapia di queste malattie è nato nel 1996 il Centro regionale di neurogenetica che ha sede all’interno dell’ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia e che è presieduto dalla stessa Bruni.
La nicastrina
Nella sua lectio magistralis la scienziata non poteva non parlare della sua scoperta avvenuta nel 2000 e riconosciuta da tutta la comunità scientifica internazionale: la nicastrina, ovvero una glicoproteina delle membrane intracellulari neuronali implicata nel meccanismo patogenetico della malattia di Alzheimer. Il lavoro di ricerca è stato il frutto di un team di ricercatori internazionali, coordinato proprio dalla Bruni. La proteina è stata battezzata ‘nicastrina’ (Nct) in omaggio al nome della famiglia calabrese Nicastro in cui è stato isolato il gene codificante.
La responsabile del centro di ricerca neurogenetica ha poi rimarcato che la mutazione M146L che genera l’Alzheimer ha origine calabrese e sarebbe comparsa intorno all’anno Mille.
Attualmente in Calabria vi sono 37.500 casi di demenza. L’obiettivo di ricercatori e scienziati è quello di cominciare a trattare i soggetti a rischio prima che la malattia sia ormai diagnosticata perché le malattie neurodegenerative cominciano a dare dei segnali almeno 15 anni prima della loro effettiva manifestazione. Da ciò la necessità di potenziare la prevenzione per limitare l’insorgenza di patologie sempre più diffuse.
Redazione