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In Calabria 37.500 casi di demenza. A lezione di neurogenetica con la scienziata Amalia Bruni

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A lezione di neurogenetica con la scienziata Amalia Bruni

La scienziata Amalia Bruni ospite dell’evento promosso dal Soroptimist Club di Lamezia

LAMEZIA. Amalia Cecilia Bruni, scienziata di fama mondiale nonché direttrice del Centro regionale di neurogenetica, è stata l’ospite dell’incontro “Stem, le studentesse vogliono contare” tenutosi all’Istituto tecnico economico “Valentino De Fazio”.

L’iniziativa è stata ideata e promossa dal Soroptimist Club di Lamezia Terme con la finalità di appassionare le giovani studentesse alle materie scientifiche e tecnologiche.

Ad introdurre la conferenza Lucia Greco, presidente lametina del club service, e la docente dell’Ite De Fazio Angela Sirianni.

Amalia Bruni che è neurologa e che, nella sua lunga carriera ha collezionato diverse specializzazioni oltre che numerosi riconoscimenti per la sua attività di ricerca, ha raccontato come è nata la sua passione per la medicina ed in particolare per le malattie neurodegenerative.

“Tutto è cominciato quando avevo 14 anni e mi sono ritrovata tra le mani un trattato di psicoanalisi e, da quel momento, mi sono innamorata del cervello – ha ricordato la ricercatrice parlando ai ragazzi. – Ho capito che avrei passato la mia vita a studiare la nostra mente”.

La scienziata lametina ha poi ripercorso le tappe della sua carriera, parlando dei vari traguardi conquistati, ricordando le collaborazioni con studiosi e ricercatori di tutto il mondo. Tra questi anche Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la medicina nel 1986.

Bruni si è poi soffermata sui suoi studi riguardanti la malattia d’Alzheimer e altre patologie neurodegenerative. Per la cura e la terapia di queste malattie è nato nel 1996 il Centro regionale di neurogenetica che ha sede all’interno dell’ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia e che è presieduto dalla stessa Bruni.

La nicastrina

Nella sua lectio magistralis la scienziata non poteva non parlare della sua scoperta avvenuta nel 2000 e riconosciuta da tutta la comunità scientifica internazionale: la nicastrina, ovvero una glicoproteina delle membrane intracellulari neuronali implicata nel meccanismo patogenetico della malattia di Alzheimer. Il lavoro di ricerca è stato il frutto di un team di ricercatori internazionali, coordinato proprio dalla Bruni. La proteina è stata battezzata ‘nicastrina’ (Nct) in omaggio al nome della famiglia calabrese Nicastro in cui è stato isolato il gene codificante.

A lezione di neurogenetica con la scienziata Amalia Bruni, il pubblico in salaLa responsabile del centro di ricerca neurogenetica ha poi rimarcato che la mutazione M146L che genera l’Alzheimer ha origine calabrese e sarebbe comparsa intorno all’anno Mille.

Attualmente in Calabria vi sono 37.500 casi di demenza. L’obiettivo di ricercatori e scienziati è quello di cominciare a trattare i soggetti a rischio prima che la malattia sia ormai diagnosticata perché le malattie neurodegenerative cominciano a dare dei segnali almeno 15 anni prima della loro effettiva manifestazione. Da ciò la necessità di potenziare la prevenzione per limitare l’insorgenza di patologie sempre più diffuse.

Redazione

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