Liberi&Forti: prefettura e Viminale scongiurino la ‘morte’ di Lamezia
4 min di letturaRiceviamo e pubblichiamo: “Lo sciopero di due dei tre dirigenti del Comune di Lamezia Terme annunciato nella giornata di ieri è solo l’ultimo paradosso in ordine temporale con cui ormai da 14 mesi questa città è costretta a fare i conti.
Dalla conferenza stampa e dalle dichiarazioni rese dalle dirigenti, a nostro avviso è uscito fuori un quadro allarmante non solo dal punto vista tecnico-burocratico, ma anche e soprattutto istituzionale, certificando un assurdo immobilismo che sta contraddistinguendo l’operato della Commissione Straordinaria.
Dichiara la dirigente dott.ssa Aiello: “Io sono a capo di 7 settori, di cui 6 sono tecnici, con la mia laurea in economia e il mio profilo di dirigente amministrativo-contabile, non ho alcun titolo tecnico per gestire i settori dell’urbanistica, il psc, la programmazione dei lavori pubblici, i cantieri delle nuove opere, le manutenzioni sia stradali che degli immobili comunali. Sono dirigente anche dell’ambiente, della protezione civile e del verde, dei sistemi informativi e per ultimo del personale – e ammette – è frustante perché non si è propositivi e non si riesce a confrontarsi con i collaboratori tecnici ed è dequalificante quando si presenta un’utenza esterna come un architetto o un ingegnere e non trovano davanti a loro un interlocutore titolato, questo fa si che l’immagine del comune sia lesa, che il servizio non sia reso come dovrebbe, e che ci sia un impoverimento complessivo”.
Il circolo lametino de La Nuova Frontiera dei Liberi&Forti è convinto, che proprio da questa situazione scaturisca quel cortocircuito burocratico che ha prodotto una frattura insanabile tra le sacrosante aspettative di una popolazione sempre più in balìa degli eventi (e della approssimazione nella gestione della cosa pubblica) ed una macchina comunale ormai in fase di stallo totale.
Non ci si può dunque meravigliare se coloro che hanno la responsabilità giuridica di emettere atti pubblici su pratiche istruite da un esiguo numero di funzionari competenti per settore pongano ostacoli talvolta insormontabili, proprio perché viene meno la capacità di controllo e coordinamento in capo al dirigente ma non astrattamente quella civile e penale in caso di atti prodotti contra legem.
Ben coscienti dell’atavica carenza di personale tecnico e amministrativo all’interno del comune e di un segretario comunale in pianta stabile, alcune responsabilità ascrivibili ai commissari vanno evidenziate con forza.
Innanzitutto resta incomprensibile la scelta degli stessi di richiedere alla Prefettura l’invio di sovrafunzionari part-time anziché dirigenti con competenze tecniche specifiche a tempo determinato, almeno fino all’insediamento della prossima amministrazione. Una prerogativa che la legge offre proprio a chi guida municipalità a seguito di scioglimenti per infiltrazioni mafiose, al contrario di quanto avrebbe potuto fare una normale amministrazione politica democraticamente eletta, stante il piano di riequilibrio dell’ente tuttora in atto.
E ancora, a seguito dello sciopero dei dipendenti nelle scorse settimane dovuto proprio alla carenza di personale nonché a spettanze economiche inevase da anni, ci si chiede come mai siano stati approvati in colpevole ritardo tutti quegli atti contabili propedeutici ad un eventuale sblocco delle assunzioni da parte della commissione ministeriale preposta, il che avrebbe portato certamente linfa vitale ad una macchina amministrativa ormai totalmente inefficiente negli ultimi anni.
L’incancrenirsi di una serie di situazioni ha provocato uno stallo generale che preoccupa e sta mettendo a dura prova le possibilità della città di risollevarsi. Oltre alla risaputa ferita mortale inferta all’associazionismo sportivo e culturale ma in generale alla collettività con la chiusura dei luoghi di aggregazione.
Come movimento intendiamo rompere il silenzio caduto su tematiche altrettanto importanti quali i 18 milioni e mezzo di euro destinati al nostro territorio nell’ambito della programmazione di Agenda Urbana, di cui, a oggi, non abbiamo alcuna contezza.
Dopo i primi roboanti annunci, il percorso sembra essersi fermato ad una prima fase interlocutoria con alcune realtà locali e temiamo possa esserci il serio rischio di perdere tali fondi che presuppongono una cabina di regia ed una seria programmazione da parte dell’ente locale dal quale nulla trapela. Tutto ciò non possiamo permetterlo.
È auspicabile che chi regge attualmente le sorti della città riallacci i canali comunicativi con la nostra comunità e dia alla popolazione un’informazione doverosa, a partire da queste tematiche che abbiamo sollevato in questa occasione, fino a tutte le altre vertenze che stanno contrassegnando negativamente questa fase.
Come città meritiamo di sapere in quali condizioni e con quali carichi di lavoro dirigenti e dipendenti comunali sono costretti a fare i conti quotidianamente e in che cosa è consistita concretamente, con atti alla mano, l’azione volta a ristabilire la legalità da parte di chi è diretta emanazione dello Stato.
Già nel recente passato avevamo chiesto al commissario Alecci di abbandonare la sua torre d’avorio e di voler bene a questa Città. Nulla è cambiato. Ci troviamo ancora una volta a dover constatare il completo fallimento di ogni buon proposito. Ancora una volta un silenzio assordante, distante dal bisogno di ogni lametino proteso alla rinascita della propria città. Una città che continua a essere offesa e vilipesa, privata di ogni e qualsiasi struttura idonea a far esprimere tutte quelle realtà culturali, sportive, imprenditoriali.
Crediamo, a questo punto, che le istituzioni, prefettura e ministero dell’Interno, intervengano con decisione e in tempi rapidi al fine di scongiurare la definitiva morte di questa città.
La Nuova Frontiera dei Liberi & Forti Lamezia Terme
Il presidente
Carmela Dromì