Al Liceo Campanella l’incontro “Antonio Saffioti: una storia di buona vita”
3 min di letturaQuesta mattina in modalità on line si è svolto un altro importante incontro, un’occasione educativa unica per gli studenti e le studentesse del Liceo Tommaso Campanella nell’ambito del progetto di istituto di Educazione Civica che in particolare la classe 2AM dell’indirizzo musicale sta portando avanti, coordinata dalla Prof.ssa Daniela Grandinetti
Partendo dalla domanda diverso da chi? i ragazzi hanno dialogato con Marco Cavaliere (autore di Chi ci capisce è bravo), Salvatore D’elia (autore di Respirare) e Pino Saffioti, dopo aver affrontato la lettura dei libri sopracitati, entrambi testimonianza che Antonio Saffioti – noto esponente della cultura e della politica lametina che si è distinto per la sua costante battaglia per i diritti soprattutto nel campo della disabilità – ci ha lasciato come testamento intellettuale e storia di vita esemplare.
Come cita la Prefazione di Chi ci capisce è bravo, Neil Marcus, uno dei maggiori esponenti di quella che viene definita cultura disabile afferma che la disabilità non è una coraggiosa lotta o “il coraggio di affrontare le avversità”: la disabilità è un’arte. È un modo ingegnoso di vivere: ed è proprio questo il nodo cruciale attorno al quale si sono sviluppati gli interventi e le domande degli studenti che hanno condotto l’incontro.
La Dott.ssa Susanna Mustari, Dirigente del Liceo, nel porgere i saluti ha sottolineato come queste occasioni siano lezioni che vanno oltre le forme tradizionali scolastiche di insegnamento e così come sono necessari i libri e lo studio, è altrettanto necessario che i ragazzi e le ragazze si formino nella consapevolezza che – come ricordano i versi del poeta afroamericano Langston Hughes – “la vita non è una scala di cristallo” sulla quale salire, ma una scala di un legno tarlato che talvolta può cedere e quando ciò accade bisogna avere la forza di sapersi rialzare e affrontare le difficoltà, anche in salita. “La nostra scuola – ha continuato la Dirigente Mustari – ha scelto di tracciare il proprio solco per la formazione nell’ambito di una dimensione valoriale che vede nella diversità un quid pluris, un seme di crescita nel rispetto reciproco e nel riconoscimento della dignità della persona”.
Nessuna esperienza è stata in tal senso più straordinaria di quella di Antonio Saffioti che ha saputo trasformare – come gli ospiti intervenuti hanno teso a sottolineare – la sua disabilità in testimonianza tangibile di come sia possibile superare qualsiasi ostacolo.
La commozione e la partecipazione dei ragazzi si è manifestata nella qualità delle domande e nel dialogo che hanno saputo dipanare nel corso dell’incontro.
La fase di questa mattina chiude la prima parte del progetto che proseguirà con il lavoro della classe proprio sul tema la disabilità è un’arte, attraverso la conoscenza e lo studio di quei musicisti che non si sono fermati di fronte ad alcun tipo di disabilità, per arrivare all’evento in programma a maggio, quando il Concorso Antonio una storia di buona vita vedrà la sua parte conclusiva, con la partecipazione dal vivo e l’esecuzione di brani di alcuni di questi musicisti, coadiuvati dagli insegnanti del musicale, nel solco di Antonio Saffioti che non ha lasciato un vuoto, come stamattina tutti hanno avuto modo di ascoltare, ma un pieno di significati da diffondere sempre, insieme a tutti coloro che con lui hanno condiviso un pezzo di strada, al padre, Pino Saffioti, sempre impegnato a mantenere viva l’esperienza di Antonio, e a quella grande famiglia nella quale adesso saranno coinvolti anche gli studenti del Liceo Campanella.