Il Liceo Classico F. Fiorentino: un’Istituzione storica per eccellenza…
3 min di letturaSe pensiamo alla sede ginnasiale degli anni ’90, possiamo tranquillamente dire dell’Istituto che era incastonato in un mezzo millennio di storia cittadina
Perché? Provo a farne una ricostruzione succinta, alla presta, si potrebbe dire letterariamente, per mettere in evidenza l’aura plurisecolare della Scuola più storica del Lametino.
A scanso di equivoci, ci tengo a precisare subito che il nostro Liceo ha solo tre cinquantenni di vita, senza contare i dispari, giusto per ringiovanirlo: ciò nonostante, quelle sue primissime mura originarie ebbero lo stesso peso che ha un buon manuale storiografico, se non di più!
Insomma, quanto voglio dire è che non è ordinario trovarsi in un complesso monumentale già datato e che sicuramente la cosa non può passare inosservata, neppure adesso, chiudendola, senza farla troppo lunga! Prima che c’era, quindi?
Convento Domenicano ed Hospidaletto “per i Pellegrini e non solo”, per parlare degli inizi, Caserma dell’Esercito Francese, successivamente: stando alle attestazioni documentarie, proprio nel cortile d’ingresso, quotidianamente, venivano eseguite le fucilazioni contro i “Briganti” filoborbonici.
Dal 1922 al 1932 /33 fu anche sede de “La Casa del Fascio”, per diventare di lì a poco Caserma Militare, intitolata a Elvidio Borelli (eroe e medaglia D’Oro della guerra 1915 / 1918, le cui spoglie riposano nel Sacrario di Asiago, assieme ad altri decorati della massima onorificenza).
Una precisazione: l’ambiente non fu ignoto nemmeno al filosofo stilese Tommaso Campanella, di cui, non molto tempo fa, ho ipotizzato la biblioteca dei volumi disponibili alla sua consultazione durante il biennio nicastrese. Uno, ad esempio, è singolare e vorrei sottoporlo all’attenzione dei lettori: un dizionario greco-latino, stampato a Basilea nel 1524 e conservato fisicamente nella Casa del Libro antico.
Per la cronaca, la cinquecentina in questione presenta diverse inchiostrature per annerire la parola “Basilea” in tutte le occorrenze testuali (Basilea e Francoforte non godevano di stima cattolica per il semplice fatto di editare libri, il cui messaggio era difforme dal magistero cristiano, pensate un po’!).
Ora, alla luce di tutto ciò, augurandomi di non aver tediato i miei venticinque lettori, non nascondo che tutte quelle volte in cui mi ritrovo al Chiostro, per seminari, laboratori, o attività varie, o quelle altre che mi vedono visitatore del Museo Archeologico, mi viene spontaneo ripercorrere ed immaginare all’indietro l’andirivieni di tanti di noi in fila sulla destra, prima di imboccare le scale per le celle o aule monastiche del primo piano.
Oggi il Liceo è altrove, ma quella sua eredità è rifiorita per fare spazio ad altre bellezze. Questo fa un buon classico: nel riflettere l’anima di tutti i tempi che attraversa, sa passare il testimone. Ed anche qui, nel luogo in cui si trova, continua ad essere un fiore all’occhiello per la sua cittadella, decisamente!
Vecchio Ginnasio-Foto A. Marino
Prof. Francesco Polopoli