Al Liceo Fiorentino Road Map di educazione civica per il diritto di abitare la terra
6 min di letturaLiceo Classico “F. Fiorentino”. Road Map: Per il diritto d’asilo e la libertà di movimento, le nuove forme di governo delle migrazioni
Un incontro che ci ha aiutato a capire il motivo per cui molte persone decidono di migrare e i rischi che ciò comporta per l’incolumità fisica e mentale di tanti.
La Road map del Patto su Asilo e Libertà di Movimento, è un percorso intrapreso per diverse città italiane, che vuole spingere dal basso il cambiamento nei confronti del nuovo patto europeo, che mira a frenare gli arrivi dei migranti, sensibilizzando le persone, soprattutto noi giovani, su ciò che accade realmente nella realtà che ci circonda. Gli ospiti dell’incontro che si è svolto il 15 marzo 2024 nella Biblioteca del Liceo Classico/Artistico “F. Fiorentino”, diretto dal DS Nicolantonio Cutuli, e al quale hanno partecipato le classi seconde impegnate in un percorso di educazione civica sui diritti e doveri (nel caso specifico riguardante il Diritto di asilo, il diritto di abitare una terra, il dovere di accoglienza. Chi è lo straniero?), sono stati:
Salvatore, un giovane membro dell’Azione Cattolica, che ha dato il suo contributo al movimento, motivando il suo impegno con la frase di Publio Terenzio Afro: “Homo sum, humani nihil a me alienum puto” (da uomo non posso considerare estraneo a me niente di ciò che è umano). Questa citazione risale al periodo romano quando si sostenevano gli ideali di attenzione e benevola cura tra gli esseri umani; in sostanza si affermava che un uomo non può, per sua natura, non preoccuparsi di ciò che succede a un altro essere umano e non essere solidale con lui: gli esseri umani non solo possono, ma addirittura hanno il dovere di occuparsi di tutto quello che è umano. “Tutto ciò che è umano ci interessa” !!!
Anna Bambara coordinatrice di Luna Rossa, della Comunità Progetto Sud, ci ha detto che è importante partire da un pensiero critico non indirizzato da pregiudizi, entrando così nelle storie delle persone, fondamentale opera per noi giovani che spesso ci facciamo condizionare senza conoscere realmente i fatti di cui si sta parlando.
Teresa Menchetti per il Forum per cambiare l’ordine delle cose, forum nato da un gruppo di persone interessate alla tematica delle migrazioni, che dal 2017 è cresciuto, attirando sempre più persone che volevano costruire una rete per partecipare attivamente alla soluzione del fenomeno. L’ispirazione è nata dal film L’ordine delle cose di Andrea Segre. Da allora hanno provato a coinvolgere più realtà possibili in ogni paese, soprattutto i giovani che rappresentano il futuro perché, ci dice Teresa, il cambiamento deve partire da qui. È importante partecipare al processo delle cose, lo richiede una cittadinanza attiva, una scelta di vita.
In un mondo globalizzato è difficile essere un immigrato; ci sono vari motivi per immigrare, come il desiderio di un miglioramento delle condizioni di vita, la privazione dei diritti umani, conflitti interni, conflitti internazionali, povertà, cambiamenti climatici. Ci sono stati e sono in atto molti conflitti, ad esempio negli anni 1994/2000 la crisi Albania e nei Balcani, 1993/98 la crisi in Corno d’Africa, 2001/2000 il conflitto Afghanistan e Iraq, 2000/2005 dittature militari, 2010/2011 primavere arabe e conflitto in Siria, 2011 conflitti interni in Africa, attualmente la guerra in Ucraina e in Medio-Oriente, situazioni estreme che hanno spinto le persone a cercare rifugio in Italia e nei paesi europei.
Il tema della cittadinanza e dell’asilo politico sono stati molto discussi e ora è in vigore il “Pact on Migration” concordato tra Parlamento europeo e Consiglio Ue, il quale prevede la solidarietà obbligatoria per i paesi dell’Ue che si trovano sotto pressione migratoria, consentendo agli altri Stati membri di scegliere tra il ricollocamento dei richiedenti asilo nel loro territorio e il versamento di contributi finanziari. Il nuovo provvedimento, tuttavia in alcuni punti non sembra garantire pienamente i diritti dei migranti.
Il nuovo Patto migrazioni e asilo è composto da cinque pilastri: il regolamento sulla gestione dell’asilo e delle migrazioni; la risposta alle crisi migratorie; le procedure di asilo; l’implementazione dello European Dactyloscopie (Eurodac) e le nuove procedure di screening. Quest’ultime prevedono controlli di accertamento sulle persone straniere che si presentano alle frontiere esterne dell’Unione, per raccogliere informazioni su nazionalità, età, impronte digitali e immagine del volto. Le procedure di verifica pre-ingresso dovranno durare al massimo 7 giorni. All’esito verrà decretata l’applicazione della procedura necessaria: rimpatrio alla frontiera, rimpatrio lontano da questa, oppure accoglimento dell’asilo. Il regolamento screening prevede il controllo di salute, la verifica dell’identità, la registrazione dei dati biometrici e controlli di sicurezza.
Dopo lo screening si possono applicare 3 procedure: procedura di frontiera, paese terzo sicuro o meccanismo di solidarietà. Semplificare in questi pochi passaggi la vita intera e la storia di un essere umano è riduttivo, poiché non è possibile pretendere di conoscere l’intero background di una persona che ha passato serie difficoltà per scappare dal suo paese e che ora si trova in una terra sconosciuta senza sapere lingua, cultura e soprattutto senza conoscere nessuno.
Aggiungiamo che spesso queste persone sono chiuse in degli accampamenti posizionati sulle frontiere, finché lo Stato non decide che possono entrare nel paese, ma anche dopo le prime procedure è possibile per lo Stato scegliere di non ammetterle se considerate “pericolo per lo Stato”. Non viene modificato il principio cardine del Regolamento di Dublino: i richiedenti asilo potranno presentare domanda solo presso gli Stati Ue di primo ingresso o di soggiorno regolare, così facendo verranno scoraggiate le scelte di movimenti secondari.
Il cosiddetto “solidarity pool”, prevede 600 milioni di euro di finanziamenti all’anno, di cui beneficeranno gli Stati soggetti a maggiore pressione migratoria. E’ un dato di fatto che paesi come l’Italia, la Grecia, Spagna, Malta e Cipro abbiano l’onere della gestione del fenomeno migratorio, spesso sotto la pressione degli inascoltati accordi in tema di ricollocazione; è proprio il Consiglio Ue a definirli “Stati membri in prima linea”. Gli altri potranno scegliere uno dei due modi per fare la propria parte: significa che ogni ricollocamento potrà essere “sostituito” con un contributo di 20mila euro. Teresa Menchetti sottolinea le conseguenze di questo accordo europeo, soprattutto per i nuovi meccanismi di espulsione e per il finanziamento di misure anti-migrazioni nei paesi di partenza, dove i richiedenti asilo sono trattenuti con la forza e spesso in condizioni disumane e in netta violazione dei diritti umani.
Cosa abbiamo imparato da questo incontro?
Innanzitutto che la percezione dell’altro, come “diverso da me” che ciascuno di noi ha è frutto di una cultura sbagliata che ci andiamo costruendo riguardo agli immigrati e anche della nostra incapacità di metterci in discussione nell’incontro con il “diverso”. Insomma l’incontro con l’altro, con lo straniero e l’idea di accoglierlo nella nostra società e nella nostra vita quotidiana ci mette personalmente in discussione rendendo l’integrazione “dal basso” più complicata di quello che possa sembrare, ma non impossibile e soprattutto desiderabile per un mondo migliore, accogliente, un mondo dove tutte le persone abbiano garantiti i diritti umani fondamentali.
Maria Assunta Pezzella e Valeria Lio, 2B classico