Lockdown limitato alle sole donne, mamme | Settimana Otto
4 min di letturaLa Ministra dell’ Istruzione questa settimana si è occupata di programmare la lenta e inesorabile abnegazione delle mamme lavoratrici. Al posto del distanziamento tra un banco e l’altro, ha inteso realizzare il distanziamento tra mamme e lavoro. Azzolina!
Ecco, non so voi ma io vado verso l’abdicazione. Abdico la mia cattedra farlocca di supplente di scuola elementare.
Nei salotti televisivi di Fazio al motto de “la salute dei miei ragazzi prima di tutto” aveva fatto intendere che se ne lavava le mani di tutto il resto. Manco fosse il ministro della salute.
Il suo gruppo di lavoro le avevo dato dei numeri un pò casuali, già a fine marzo e lei aveva iniziato a spararli:
Coronavirus, ministra Azzolina: “Per 94% di studenti didattica a distanza, ma uso delle tecnologie…”La data di riapertura delle scuole si avrà quando il quadro epidemiologico lo consentirà, garantendo quindi la massima…
Quel 94% contemplava anche me: non avevo ancora un computer per mia figlia e la facevo collegare dal mio tra una call e un excel. Nelle 5 chat di mamme in cui mi trovo, a fine marzo, la didattica a distanza era: problemi di connessione, assenza di dispositivi tecnologici, impreparazione sulla cultura digitale, scompensi emotivi dei bambini, prese di posizioni delle maestre.
Ecco me ne tiro fuori dunque, poiché la Ministra ha scambiato l’amore per mia figlia e il mio maldestro tentativo di non isolarla ancora di più, per accettazione di abnegazione.
Ha realizzato la didattica a distanza — o quello che lei pensa sia didattica a distanza — sulle spalle e sulle ansie delle famiglie, meglio dire delle mamme. Nei salotti televisivi se ne prende i meriti come fosse un successo e addirittura pensa di poterne disporre a piacimento anche a maggio — e addirittura a settembre!
Ha forse pensato la Azzolina (!!!!) che il lockdown sia estendibile anche all’emancipazione femminile? Certo, si sarà mettendosi il rossetto rosso fuoco, finalmente le mamme stanno a casa con i figli, cucinano cose, lavano robe, intrattengono con quello che capita, coordinano chat di classe cariche di umanità, traducono e semplificano questo dramma pandemico e poi magari, se resta un pò di tempo dopo cena, dopo il riassetto della cucina, potrebbero lavoricchiare un pò. Dopo.
C’è stato un terribile malinteso Ministra, ha scambiato la voglia che noi mamme avevamo di proteggere i bambini dall’isolamento con la didattica a distanza. Questa tarantella, poggia su un sacrificio tutto femminile che se protratto ancora a lungo ci ricolloca nel domestico e privativo medioevo.
Ha scambiato incautamente la nostra voglia di resilienza con un incarico di supplenza a tempo indefinito. O peggio ancora con una scelta di abnegazione.
Non abbiamo scelto la vita domestica, ci è stata imposta al grido di P-e-r-i-c-o-l-o -c-o-r-o-n-a-v-i-r-u-s.
Non abbiamo scelto di lasciare il lavoro e di occuparci a tempo indeterminato della pulizia della casa e della didattica a distanza dei nostri figli, ecco questo mi premeva specificare.
Non abusi della nostra disponibilità, non lanci con leggerezza l’idea che a maggio i genitori andranno a lavorare e le figlie, senza gli ammortizzatori sociali dei nonni, staranno a casa a collegarsi con leggiadria e a svolgere compostamente le videolezioni e poi le migliaia di compiti.
O forse pensa che tutti abbiamo a disposizione tate informatizzate? O meglio, pensa che tutti abbiamo una tata pronta a partire per 600E / 10h giorno per 5 giorni a settimana?
Non vorrei deluderla ma i dati da soli non servono a molto se non ci si occupa profondamente delle persone che raccontano.
Forse non siamo state chiare dall’inizio in queste cazzo di chat di classe, forse abbiamo detto troppi grazie a pdf o forse ci siamo fatti prendere dall’ansia per la paura di non farcela, di non essere all’altezza.
Ma adesso basta. Serve un piano strutturato.
Ministra Azzolina sappia che le giornate sono lunghissime, che si dorme 4/5 ore a notte e che dal 4 maggio sono pronta ad abdicare la didattica a distanza.
Non voglio mandare le mie figlie a scuola a tutti i costi, voglio solo essere rispettosamente rappresentata come essere umano e come donna.
Azzolina! Forza che ce la fai a indossare i panni di mamma lavoratrice ai tempi del Covid-19 e a metterci poi, nella sacrosanta condizione di continuare a scegliere, se tornare là fuori a riprenderci il nostro lavoro o stare a casa con le nostre figlie perchè le scuole non si organizzano.