L’Ospedale non si tocca
3 min di letturaTanta gente. Davvero tanta anche se, in qualche comunicato, si è parlato di ‘alcune migliaia di persone’.
Particolarità dei punti di vista.
In testa al corteo, muniti di fascia tricolore, i sindaci del comprensorio al quale, con l’alibi della riorganizzazione della Rete Sanitaria, sta per essere ‘scippato’ un presidio ospedaliero di primaria importanza non fosse altro per il numero degli utenti ai quali si rivolge e per la sua centrale collocazione geografica.
Il ‘famigerato’ Decreto Scura prevede di ridurre a grande Pronto Soccorso il nosocomio di Lamezia Terme, originariamente pensato e costruito per servire l’ ampio comprensorio circostante e divenire un buon esempio di pratiche sanitarie.
Ma, è noto, la strada per l’ inferno è lastricata di buone intenzioni che, soprattutto dalle nostre parti, devono (da sempre) fare i conti con una Politica poco attenta all’ interesse collettivo.
E così, dopo anni e anni di azioni amministrative e politiche non del tutto adeguate, si è arrivati alla preventivata soppressione di una importante struttura ospedaliera.
L’ imponente e pacifico corteo ha attraversato le principali vie della città arrivando sino al palco allestito davanti all’entrata dell’ospedale Giovanni Paolo II di Lamezia Terme.
Gli interventi del sindaco di Soveria Mannelli e di San Pietro a Maida sono stati una intonata anteprima all’appassionato e coinvolgente discorso di Paolo Mascaro, sindaco della città ove ha sede l’ospedale in dismissione. Mascaro ha invitato il popolo presente a difendere “con le unghie e con i denti” la struttura ospedaliera sottolineando la gravità di questa ennesima usurpazione a danno del futuro di tanti giovani e dell’intero territorio.
Bisogna augurarsi che, la presa di posizione imponente e precisa, non passi inosservata e conduca ad una ponderata riconsiderazione delle decisioni già decretate.
‘ L’ ospedale non si tocca’ è stato l’unisono grido levato dai tanti presenti fra cittadini, studenti, sindacati, associazioni, comitati.
L’importante è che non rimanga inascoltato e si riesca a non farsi abbindolare dallo specchietto per le allodole che stanno preparando con tanto di nome altisonante…
“Dulbecco” potrebbe essere il destino dell’ospedale Giovanni Paolo II che diverrebbe parte della struttura ottenuta dall’unione tra il Mater Domini e il Pugliese Ciaccio di Catanzaro comprendente un totale di 895 posti letto.
Un ambulatorio nell’ambulatorio…se proprio così dovrà essere, si ricordino almeno di fornirlo dei beni di prima necessità: lacci emostatici, siringhe e carta igienica.
Mariateresa Costanzo