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Lost in… Bridgerton: una serie tv top o un flop?

3 min di lettura

Per il terzo appuntamento della rubrica “Lost in…” proponiamo la recensione di Bridgerton, una delle serie tv più chiacchierate del momento.

Creata da Chris Van Dusen e prodotta da Shonda Rhimes, Bridgerton prende spunto dai romanzi di Julia Quinn e ha debuttato su Netflix nel dicembre scorso.

Questa serie tv è ambientata nell’alta società londinese e più propriamente nel periodo della Reggenza inglese, quindi nei primi anni dell’Ottocento. Per questo motivo gli accadimenti riguardano per lo più giovani donne in cerca di marito affiancate da madri smaniose e determinate a garantire una stabile posizione sociale alle figlie in questione.

La famiglia Bridgerton

La storia è quella della famiglia Bridgerton, composta da Violet Bridgerton e dai suoi otto figli le cui iniziali dei nomi corrispondono rispettivamente alle prime otto lettere dell’alfabeto: Anthony, Benedict, Colin, Daphne, Eloise, Francesca, Gregory e Hyacinthe.

La vincende della famiglia Bridgerton però non sono le uniche e si alternano infatti a quelle dei Featherington, nucleo familiare costituito da Portia Featherington, da suo marito e dalle tre figlie di nome Penelope, Philippa e Prudence.

La famiglia Featherington

La protagonista assoluta della prima stagione è Daphne Bridgerton che, in occasione del suo debutto nell’alta società, incontra Simon, l’affascinante duca di Hastings. I due finiscono per stringere un accordo e per fingere quindi una relazione, il tutto allo scopo di trarre da esso un rispettivo e reciproco beneficio: lui quello di allontanare le insistenti madri a caccia di marito per le figlie e lei quello di attirare l’attenzione dei partiti più abbienti della società londinese.

Piuttosto banalmente i due i si innamorano rendendo l’accordo pocanzi descritto tutt’altro che sopra le righe.

Simon, Duca di Hastings, e Daphne Bridgerton

A rinvigorire perciò gli accadimenti piuttosto scialbi, oltre alle numerose scene passionali, costruite ad hoc, di Daphne e Simon, figura un personaggio misterioso la cui identità viene svelata soltanto nell’ultimo episodio. Questo personaggio, firmandosi con lo pseudonimo di Lady Whistledown, scrive per un seguitissimo giornale che periodicamente informa sui pettegolezzi riguardanti la nobiltà e quindi le varie famiglie implicate. La serie tv perciò ricorda un po’ uno strampalato Gossip girl locato ai tempi della Reggenza, ma, paradossalmente, questo bizzarro artificio, rappresenta un punto a favore poiché alleggerisce una serie di per sè semplice, ma pesante in quanto a pochezza.

Del resto questa prima serie ha come protagonista Daphne, più propriamente il fastidioso prototipo della figlia perfetta dalle buone maniere, ma fondamentalmente poco intelligente.

Bridgerton però, con la connotazione di un frivolo romanzo rosa e arroccata perciò tra perbenismo e pettegolezzi di basso spessore culturale, è stata vista da 82 milioni di abbonati in soli ventotto giorni.

Quindi viene da chiedersi: “Bridgerton è una serie tv top o flop?”

Per quanto ci riguarda si tratta di una serie tv top di incassi, ma un flop di contenuti.

Consigliamo di guardare Bridgerton se si ha voglia di una serie tv senza alcuna pretesa, magari a conclusione di una giornata pesante in cui si ha necessità di qualcosa di non impegnativo o in alternativa mentre si è impegnati a fare qualcos’altro di più costruttivo.

Sconsigliamo invece la visione a chi è abituato a serie tv più impegnate.

Anthony Bridgerton

Come confermato da Netflix, la prossima serie sarà incentrata su Antony Bridgerton, fratello di Daphne, e questo ci lascia sperare in una inversione di rotta, data la collaterale e conseguente distanza che si prenderà da lei e dalle sue questioni amorose col duca di Hastings.

Non resta che aspettare per avere una smentita o una conferma.

Simona Barba Castagnaro

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