Lost in… Sherlock: il sociopatico iperattivo più geniale delle serie tv
4 min di letturaPer il nuovo appuntamento di Lost in… proponiamo la recensione di Sherlock, la fortunata serie britannica della BBC creata da Steven Moffat e Mark Gatiss.
Uscita nel 2010 e conclusasi nel 2017, Sherlock si rifà espressamente ai libri di Arthur Conan Doyle, ma propone un degenere e moderno Sherlock Holmes catapultato in una Londra contemporanea. I romanzi in sostanza vengono trasposti ai giorni nostri e i personaggi, per affrontare le indagini, fanno uso di tutte le attuali tecnologie, risultando perfettamente contestualizzati.
Sherlock Holmes è interpretato da un superlativo Benedict Cumberbatch, noto anche per il ruolo di Alan Turing in The imitation Game e di Doctor strange nei film Marvel. John Watson invece è interpretato da Martin Freeman, già famoso per il ruolo di Bilbo Baggins nella trilogia de Lo Hobbit.
Watson è reduce dalla guerra in Afghanistan e ha profonde cicatrici emotive derivate da questa particolare esperienza. Nel tentativo di ritrovare il suo posto nella società civile, asseconda il consiglio di un suo amico: trovare un coinquilino con cui dividere le spese di un appartamento. Si ritrova così a vivere insieme al sociopatico iperattivo Holmes.
Sherlock è un uomo facilmente irritabile, è tendenzialmente asociale, è distaccato, è all’apparenza cinico, ma quelli che di primo acchito possono sembrare soltanto dei difetti costruiscono invece un personaggio paradossalmente adorabile.
A influire è senz’altro il legame di amicizia che costruisce con Watson. Questo rapporto infatti riesce a tirar fuori l’eccentrica simpatia e soprattutto la latente e goffa dolcezza di un personaggio sicuramente chiuso come Sherlock, ma non per questo inquadrato.
Il punto di forza di Sherlock è naturalmente la sua acuta intelligenza che si manifesta attraverso deduzioni logiche talmente immediate da sorprendere. Durante la costruzione di questi suoi particolari ragionamenti, compaiono sullo schermo differenti note le quali rappresentano proprio quei tasselli che a loro volta costituiscono il fondamento di tali supposizioni. Quindi, nel momento in cui Holmes incontra qualcuno, queste informazioni, oltre che pronunciate, appaiono anche in forma scritta e in questo modo lo spettatore ha conferma diretta di quanto possano essere mirati i dati raccolti dal detective attraverso i dettagli anche più futili e per di più nell’arco di pochissimi secondi. L’uomo in sintesi è in grado di conoscere l’età o altri aspetti salienti di una persona soltanto guardando il suo taglio di capelli, il suo portamento, lo stato dei vestiti e altre minuzie che nessun altro noterebbe e che invece, nel caso di Holmes, vanno ad abitare quello che lui stesso definisce “palazzo mentale”.
Sherlock Holmes pertanto non si considera un investigatore privato, ma conia ed inventa per sé stesso una nuova figura professionale, ovvero quella del consulente investigatore. “Quando la polizia brancola nel buio, ovvero sempre, allora consulta me” è una sua significativa citazione.
Di fronte a un personaggio principale così incisivo, è presente naturalmente anche un forte antagonista, ovvero James Moriarty, interpretato da Andrew Scott. Curioso è invece che Mycroft, fratello di Holmes, sia interpretato dallo stesso Gatiss, creatore della serie.
Ogni episodio è autoconclusivo ed è correlato al caso in esame in quel particolare episodio per l’appunto. La serie è composta da quattro stagioni di tre episodi ciascuna, ma manca un reale finale di stagione poiché la quarta è stata conclusa con l’idea ipotetica di farne una quinta che poi non è stata effettuata.
Va segnalato infine il film L’abominevole sposa che, contestualmente, va visto tra la terza e la quarta serie per avere una visione ordinata degli eventi narrati.
La vittoria di questa serie tv comunque non è legata unicamente alla trama, ma anzitutto alla capacità degli autori di ricorrere ad un personaggio iconico come Sherlock Holmes dando origine ad un prodotto nuovo dotato di un proprio tratto distintivo senza per questo snaturare l’opera originaria. Inoltre Sherlock può contare su di un cast d’eccezione e in particolare sul duo imprescindibile Benedict Cumberbatch-Martin Freeman che ha ricevuto un enorme consenso di pubblico, al punto tale da essere persino “shippato” da un fandom affezionatissimo.
Consigliamo la visione di questa serie tv nella maniera più assoluta e lo facciamo per due motivi importantissimi:
- La serie è un vero e proprio gioiello, un cult imperdibile
- Benedict Cumberbatch
Simona Barba Castagnaro