Luigi Accattatis, il padre del dialetto calabrese
3 min di letturaPatriota, storico e lessicografo, fu il primo a scrivere un vocabolario calabrese – italiano.
Luigi Accattatis nacque a Cosenza il 2 novembre 1838 dai nobili Vincenzo e Teresa Amantea, e fin da bambino si fece notare per la sua spiccata predisposizione agli studi umanistici ed eruditi. Cresciuto in una famiglia liberale, gli fu impedito dal governo borbonico di completare gli studi a Napoli, ma questo non lo ostacolò nell’ampliare la sua conoscenza poiché si ritrovò neanche ventenne già membro della prestigiosa Accademia Cosentina (1858) nonché attivissimo componente del Comitato Insurrezionale Garibaldino di Bianchi (CS), da dove partì volontario con il grande patriota e futuro politico Luigi Miceli e con Raffaele Piccoli in soccorso delle truppe garibaldine nel frattempo giunte a Soveria Mannelli (CZ) dove si scontrarono e vinsero le truppe borboniche del generale Ghio (29/30 agosto 1860). In questa occasione conobbe anche i patrioti Giovanni Nicotera, Benedetto Musolino, Francesco Stocco e il futuro filosofo Francesco Fiorentino.
Accattatis docente, giornalista, storico e lessicografo
Terminata l’epopea risorgimentale, la vita di Accattatis fu tutta spesa per lo studio. Insegnante a Scigliano (CS) fin dal 1879, fondò nel 1884 un Collegio Privato a Cosenza, mentre nel 1886 per il suo impegno culturale fu nominato presidente della Accademia Cosentina di cui era già socio dal lontano 1858. Nel 1886 assunse la direzione del più antico periodico della nostra regione, Il Calabrese. Scrisse moltissimi articoli di carattere culturale e di cronaca diretta anche su altre riviste quali il Gravina, L’Era nuova, Il Grati, Il Contadino Calabrese, La Sinistra, La Cronaca di Calabria. Nel 1879 divenne preside del liceo di Scigliano, ove nel 1882, dopo avervi impiantato una tipografia, fondò e diresse il giornale L’Eco del Savuto. Accattatis a questo impegno culturale associò una prolifica produzione storico – letteraria, il cui lavoro più importante fu il Vocabolario del dialetto calabrese: Casalino-Apriglianese (1895 – 1897), assieme a Le biografie degli uomini illustri delle Calabrie (1869 – 1877). Altre opere importanti da lui scritte furono Il monastero di Corazzo (1852) e Campanella poeta: studio sul canzoniere di fra Tommaso Campanella (1908).
Dunque una produzione variegata quella di Accattatis, che spazia della glottologia, alla storia, alla poesia. Accattatis, nonostante in ambito dialettale si fosse limitato a fare delle traduzioni in italiano del vernacolo locale, fornendo a latere alcune informazioni storiche e di costume dei luoghi del dialetto, ha comunque contribuito ad una prima e sistematico interesse per le lingue vernacolari, sulle scia del poeta dialettale Donnu Pantu e facendo da “apripista” alla monumentale opera sul dialetto calabrese che scriverà il “grande archeologo della parola”, il glottologo tedesco Gerhard Rohlfs (1892 – 1986). Invece per ciò che riguarda le biografie degli uomini illustri calabresi possiamo affermare che Accattatis ha contribuito a far emergere la vita e il genio, spesso ignorato e incompreso, di molti calabresi vissuti nei secoli scorsi, che Accattatis con diligenza e cura ha raccolto ed elencato per una proficua conoscenza del grande pubblico. Da qui la sua importanza nel panorama degli intellettuali calabresi di tutti i tempi.
La morte e il ricordo postumo
Dopo un’intera esistenza dedicata all’insegnamento, Accattatis si ritirò a Censo, frazione di Bianchi (CS), comune silano dove fu anche sindaco (1896 – 1905), e qui morì l’8 giugno 1916. Da allora, oltre alla stampa periodica anastatica dei suoi libri più importanti, gli sono stati intitolati delle vie a Catanzaro e Mendicino (CS), una piazza a Cosenza e un museo che raccoglie suoi manoscritti e fotografie a Bianchi (CS). Una curiosità: il palazzo dove ha vissuto Accattatis attualmente è stato vincolato come “Bene di interesse artistico e culturale D.M. del 22-07-1975” ed è in attesa di essere valorizzato come conviene dalla Amministrazione Comunale di Bianchi.
M.S.