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Luigi Razza, il gerarca amico del mondo agricolo

4 min di lettura
Vibo Valentia Luigi Razza

Luigi-Razza

Fra i più importanti esponenti del fascismo calabrese, Luigi Razza fu un giornalista attento ai problemi sociali e teorico di una proposta di legislazione corporativa non gradita a Mussolini.

Luigi Razza nacque il 12 dicembre 1892 a Monteleone Calabro (oggi Vibo Valentia) da Leone, agente di custodia e Carmela De Luca, primo di tre figli. A causa del lavoro paterno, soggetto a diversi spostamenti, frequentò il liceo Di Rudinì presso Noto (Siracusa). Da qui si trasferì in Puglia, dove fondò e diresse giornali di tendenza socialista e dove contribuì alla fondazione della USI (Unione Sindacale Italiana) di Filippo Corridoni e lavorando a stretto contatto con il giovane Giuseppe Di Vittorio, futuro carismatico leader della CGIL.

In questi anni fu forte la sua denuncia nei confronti dello sfruttamento delle classi lavoratrici agricole pugliesi attraverso articoli di giornali e l’organizzazione di scioperi. Nel 1914 lo ritroviamo a Milano dove conseguì la laurea in Giurisprudenza. Qui scrisse per Il Popolo d’Italia di Benito Mussolini, sostenendo la campagna interventista.

La Prima guerra mondiale

Con lo scoppio della Grande Guerra (1915-1918) Razza fu riformato a causa della sua salute cagionevole, ma partito lo stesso per il fronte, si guadagnerà due Croci di guerra al valor militare.
Dopo il conflitto bellico fu a Trento dove diresse il giornale Il Popolo di Cesare Battisti. Vicino alla vicenda politica di Fiume (1919-1920), Gabriele d’Annunzio serberà per tutta la vita ammirazione e rispetto per il politico calabrese.

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La carriera sindacale nel fascismo

Nel 1919 Razza è a Milano quando Mussolini fonda i Fasci di combattimento. Ben presto divenne membro di diversi organi interni della nuova formazione politica come il futuro ultimo segretario del PNF Carlo Scorza, soprattutto della sua organizzazione sindacale fondata da Edmondo Rossoni. Diventò il vice alla Confederazione delle corporazioni sindacali fasciste. Nei primi anni Venti lo ritroviamo anche deputato per la Toscana. Nel 1927 Rossoni lo nominò referente dei sindacati fascisti per l’agricoltura, carica che decadde nel 1929 in quanto Mussolini ne riformò la struttura, scacciando Rossoni dai vertici e spacchettando la Confederazione in otto Confederazioni distinte di cui Razza divenne responsabile della sezione agricola. In questa veste istituzionale, i problemi del lavoro già cari a Razza nel periodo giovanile divennero per lui centrali nella costruzione dell’Italia fascista.

Dissidi con Mussolini

Sotto la sua presidenza aumentarono gli iscritti alla Confederazione degli agricoltori e il suo mandato verterà su tre obiettivi principali: aumento del salario, nuove forme di tutela pensionistica/previdenziale e la partecipazione dei lavoratori agli utili. Espresse questo suo intento anche a livello teorico su giornali tematici. Ma Mussolini aveva altre concezioni corporative, e ciò trovò in disaccordo il Razza.
Nel frattempo, con le campagne di bonifica in atto, dove lavorò a stretto contatto col conterraneo Maurizio Maraviglia, fu nominato primo Commissario alle migrazioni interne per il popolamento delle aree bonificate.
Nel 1933 Mussolini lo rimosse dai vertici del sindacato all’agricoltura per spostarlo nel 1935 al Ministero dei Lavori Pubblici, dov’era stato ministro pochi anni prima il potentissimo gerarca corregionale Michele Bianchi.

il monumento a Luigi Razza a Vibo Valentia

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La strana morte

La sua permanenza al dicastero fu però breve, nonostante avesse chiari alcuni obiettivi da perseguire quali l’ammodernamento delle infrastrutture del paese con imponenti progetti di opere pubbliche che avrebbero giovato ad alleviare la disoccupazione interna. Infatti Mussolini lo inviò per una missione esplorativa in Africa Orientale.
Partito il 6 agosto 1935 da Guidonia, fece un turno di riposo presso Il Cairo (Egitto). Il giorno seguente sarebbe dovuto ripartire per giungere in Eritrea, ma dopo dieci minuti dal decollo l’aereo esplose nel cielo di Almaza (Il Cairo), uccidendo in tutto sette persone (Razza, i suoi collaboratori e l’equipaggio).
Subito fu aperta una inchiesta per chiarire il dolo, ma per opportunità politiche si decise di chiudere il caso in fretta. Era grande, di fatti, il sospetto che ad ordinare questa esplosione fossero stati i servizi segreti britannici.
Infatti l’Egitto era colonia britannica in quell’anno e soprattutto la Gran Bretagna non aveva alcun interesse che l’Italia continuasse la sua volontà espansiva coloniale, che culminerà l’anno seguente con la conquista della Etiopia (9 maggio 1936).

Il ricordo postumo

A suo ricordo Vibo Valentia nel 1939 erigerà un monumento celebrativo ancora oggi presente in piazza San Leoluca e inaugurata da Mussolini in persona.
Nonostante l’ordinamento repubblicano attuale vieta l’intitolazione di luoghi pubblici ad esponenti del disciolto PNF, ancora oggi a Razza sono intitolate a Vibo una via e lo stadio cittadino.
Altre vie a ricordo di Razza sono presenti a Soriano Calabro e Nicotera (VV), Palermo, Milano, Chiaravalle Centrale (CZ), Gallodoro (ME) e Celleno (VT).

M. S.

 

 

 

 

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