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Maggio dei libri, Manuela Mannino ci presenta Anonima

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Per la rassegna “Il Maggio dei libri” Manuela Mannino ci presenta Anonima

LAMEZIA. Per Manuela Mannino tutto è cominciato con WattPad, una piattaforma online che unisce scrittori e lettori tramite sito web o app e che hanno l’opportunità di leggere e pubblicare racconti originali o fanfiction. Un modo più immediato e tecnologico di intendere la scrittura che si insinua nell’archetipica e fondamentale relazione tra l’autore e il lettore attraverso un modo di scrivere e incontrare i lettori che travalica la tradizionale mediazione con la casa editrice.

Da lì per Manuela il passo è stato breve: le persone connesse su quella piattaforma hanno cominciato a leggerla, apprezzarla, incuriosirsi. A quel punto ecco nascere la sua opera prima, Anonima (Bookabook), presentato per la prima volta ieri a Palazzo Nicotera con le relatrici Ippolita Luzzo e Daniela Lucia.

Anonima di Manuela Mannino è un testo emblematico già a partire dal titolo che rimanda a un anonimato che in questo tempo storico non ci è quasi più concesso. È un romanzo d’amore, amore dal quale fuggire e poi cercato, voluto.

È un romanzo di crescita e rinascita dal ritmo incalzante e semplice attraverso il quale chi legge risulta catturato e immerso nella storia. Quella di Ambra, la cui vita è puntellata però anche dalla fuga, dalla violenza (quella tristemente attuale della violenza sulle donne), dalla ricerca dell’identità.

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Ippolita Luzzo, Daniela Lucia e Manuela Mannino

Una indagine che parte da una esistenza felice e spensierata, quella della protagonista Sara, che viene completamente stravolta da una feroce aggressione da parte del compagno che la riduce in fin di vita. Uscita dal coma, una verità difficile da accettare la porta a scappare e sparire. Sara si reinventa: diventa Ambra.

Ma si sa, la fuga è la più semplice delle vie per allontanarsi da un problema che non si è in grado di affrontare, di fatto non risolvendo nulla. Per questo Ambra non vive nonostante sia scappata; fugge da un passato che l’ha ferita nel profondo sia nel corpo che nell’anima; si rifiuta di interagire con il mondo circostante e di avere relazioni.

Vuole essere anonima e lasciarsi alle spalle la violenza subita da chi lei sentiva vicino. Un’agonia lunga otto anni a causa di una violenza subita ma reiterata e amplificata dalla protagonista stessa, rinchiusa in un limbo che non le permette di affrontare la realtà.

La stessa violenza paralizzante può tramutarsi però in una crisi dalla quale si può uscire, e Ambra lo fa riprendendosi se stessa. La ricerca della propria identità e la conseguente ri-acquisizione, dopo un passato così tormentato, è una forte componente all’interno del testo.

La parte costitutiva che segna una svolta che parte anche dal nome, dal lasciarsi alle spalle quello che si è voluto o dovuto acquisire per ritornare al proprio nome, quello vero. Solo allora la fuga potrà acquisire una valenza positiva se non terapeutica e volta alla ricerca della verità dopo una vita fondata sulla bugia.

L’arrivo di un nuovo collega, Luca, riporterà energia e vita nell’esistenza di Ambra, spingendola a trovare la forza per tornare agli eventi di qualche anno prima. Verrà fuori l’immagine di una Ambra che è sì una donna che ha subito la violenza e per questo si è indebolita, ma in virtù del suo percorso di vita è riuscita a salvarsi da sola.

Valentina Dattilo

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