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Mandamento Jonico, assolto l’imprenditore lametino Vincenzo Mastroianni

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tribunale reggio calabria

L’avvocato lametino Armando Chirumbolo, attraverso una nota stampa, rende noto l’esito del processo che vedeva coinvolto l’imprenditore lametino Vincenzo Mastroianni

Di seguito la nota:

Il GUP del Tribunale di Reggio Calabria, Dott. Filippo Aragona, ha accolto le richieste dell’avv. Armando Chirumbolo, difensore di fiducia dell’imprenditore lametino Vincenzo Mastroianni e lo ha assolto per non aver commesso il fatto.

Vincenzo Mastroianni, titolare della Società Edilmadue s.a.s. di Mastroianni Vincenzo & C, imputato nel maxi-processo “Mandamento Jonico” celebratosi presso l’aula Bunker del Tribunale di Reggio Calabria, era accusato, tra le altre cose, di concorso esterno in associazione mafiosa e di aver favorito alcune tra le consorterie più potenti della ‘ndrangheta della locride nella realizzazione di importanti opere pubbliche effettuate sulla fascia ionica calabrese.

Ieri in tarda serata, a chiusura del primo grado, è stata data lettura delle sentenze del maxi-processo che vede imputate 217 persone tra Boss e gregari, per alcuni dei quali la pubblica accusa aveva chiesto oltre cinque secoli di carcere.

Solo quattro le assoluzioni, per tutti gli altri, nonostante la riduzione della pena prevista per il rito abbreviato, sono state ordinate pene pesantissime sino a 20 anni.

L’inchiesta , coordinata dal procuratore aggiunto di Reggio Calabria, dott. Giuseppe Lombardo, ha fatto luce su organigramma , strutture e affari di 21 famiglie della ‘ndrangheta, più uomini dei clan di Reggio che alle famiglie della locride hanno sempre guardato con interesse.

Un sistema che, con le sentenze di ieri, trova conferma nell’impianto accusatorio di una vasta inchiesta che restituisce l’immagine di uno Stato che pretende di essere parallelo e alternativo alla Repubblica e parla per bocca di esponenti appartenenti alle più potenti consorterie di ‘ndrangheta.

La Società Edilmadue sas di Mastroianni Vincenzo & C. aveva, inoltre, l’affidamento in subappalto dei lavori di ristrutturazione del Bastione di Malta di Lamezia, affidamento poi revocato nell’Agosto del 2017 perché, come si leggeva in una determina dirigenziale del Comune di Lamezia Terme, la Prefettura di Catanzaro, aveva trasmesso un provvedimento interdittivo antimafia a carico della stessa società, conseguente al coinvolgimento del titolare della stessa nella maxi inchiesta coordinata dalla Procura di Reggio Calabria che si è occupata di svelare la struttura di una ventina di cosche di ‘ndrangheta della fascia jonica, oltre che di alcuni esponenti di spicco della città di Reggio Calabria.

Da allora i lavori di ristrutturazione del Bastione di Malta sono rimasti interrotti

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