I marchesi Casati Stampa, un delitto a luci rosse
5 min di letturaQuello dei marchesi Casati Stampa è stato uno dei più torbidi casi di cronaca nera degli anni Settanta. Un nobiluomo appassionato di fotografia spinge la moglie a rapporti sessuali da consumare con sconosciuti, fin quando la donna non si innamora di un giovane amante.
È il 30 agosto 1970 quando, al quartiere Parioli di Roma, il maggiordomo della villa Casati Stampa introduce la marchesa Anna insieme a un giovane ragazzo nella studiolo del suo padrone, il marchese Camillo Casati Stampa di Soncino. Sono trascorse appena le 19.
Non passano troppi minuti che una serie di colpi di fucile squarcia il silenzio dell’abitazione. Il maggiordomo e le altre persone di servizio accorrono verso lo studio quando un altro colpo scuote la casa. Poi di nuovo un funesto silenzio; la porta della stanza viene aperta e i domestici trovano tre cadaveri: quelli della padrona Anna Casati Stampa, nata Fallarino, del giovane Massimo Minorenti e del marchese Camillo Casati Stampa.
È un duplice omicidio-suicidio. È il delitto Casati Stampa.
Il matrimonio dei marchesi Casati Stampa
Il marchese Camillo Casati Stampa, appartenente a una delle più nobili famiglie milanesi, è uno degli uomini più conosciuti del bel mondo italiano. Sposato con la soubrette Lidia Holt, il suo patrimonio comprende varie tenute, palazzi, cavalli e anche un’isola tutta sua, l’isola Zannone, la più settentrionale delle Ponziane.
Ama le feste e lo sfarzo il nobile lombardo, e nel 1958, durante una di queste notti senza freni, incontra la bellissima e appariscente Anna Fallarino. Anna proviene da una famiglia di umili origini del Beneventano, ma, grazie alla sua avvenenza e intelligenza, è riuscita a inserirsi nel jet set romano e a sposare un benestante industriale della capitale.
L’incontro tra Anna e Camillo è fulminante: i due si innamorano e il Casati Stampa si rivolge alla Sacra Rota Romana per annullare i loro matrimoni e potersi legare alla Fallarino. La coppia si sposa sia civilmente che in chiesa un anno dopo.
Le perversioni del marchese
Il rapporto coniugale tra i due si tinge presto a tinte rosse. Il marchese ha bisogno di una buona dose di pepe e fa presente alla moglie delle sue preferenze in ambito sessuale.
Spinge quindi la donna a incontri occasionali con altri uomini (ragazzi di strada, operai, camerieri, tutti scelti direttamente dal coniuge) al patto che lui, il marito, potesse immortalare quei momenti di fuoco in decine e decine di scatti. Conclusa la performance i partner sarebbero stati congedanti con qualche banconota da diecimila lire.
Questo modus operandi soddisfa la passione per la fotografia e il morboso voyeurismo del marchese, che più che voyeurismo si tratta di candaulesimo, vale a dire il piacere provato nell’osservare la propria metà fondersi in un amplesso con un altro soggetto. Dal canto suo Anna Casati Stampa asseconda con gusto le perversioni del marito.
Il particolare ménage della coppia diventa celebre negli ambienti della dolce vita; di fatti il marchese Camillo fa sfoggio con gli amici delle acrobazie e della duttilità delle quali è capace la moglie e non è affatto restio a mostrare i contributi fotografici di quelle notti roventi – consumate in giro per l’Italia, anche nella villetta che domina l’isola privata Zannone dove tutt’oggi circolano leggende su quelle morbose giornate di mezzo secolo fa.
L’equilibrio coniugale si spezza
Quello tra i marchesi Casati Stampa però è un equilibrio precario, destinato a cedere. La marchesa Anna, infatti, si innamora di un ragazzo che era stato ingaggiato proprio dal marito per uno dei loro servizi fotografici a luci rosse. È il viveur Massimo Minorenti. Il patto di circoscrivere quegli incontri al solo piacere fisico è saltato. Irrimediabilmente.
Camillo Casati Stampa capisce tutto e si sente distrutto. Il tarlo della gelosia, inclusa l’illusione del possesso radicata in ogni matrimonio indipendentemente dal ceto sociale, gli opprime il cervello, non lo fa dormire. La sua donna ha tradito quel tacito accordo che voleva soltanto rapporti mercenari senza alcun coinvolgimento sentimentale. Il gioco che tanto lo eccitava ora non lo fa più respirare.
Sul finire di agosto del 1970 il rapporto tra Camillo e Anna è ormai compromesso e il nobiluomo si ritira presso una sua tenuta in Veneto per riflettere. Fin quando il 30 agosto non ritorna a Roma per compiere la strage.
Migliaia di foto e pagine bollenti, i vizi dei marchesi Casati Stampa
Il caso ebbe grandissima risonanza mediatica non soltanto per il duplice omicidio e suicidio, ma anche per l’impotente materiale fotografico trovato in casa dei Casati Stampa: circa 1500 foto della marchesa in posizioni erotiche e sessuali da sola o con decine di sconosciuti.
Gli scatti di fuoco furono pubblicate dai rotocalchi scandalistici che ne fecero elemento di discussione per mesi.
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Ma non solo fotografie a luci rosse: nello studiolo del marchese fu ritrovato anche un libriccino dalla copertina di seta verde sul quale il marchese Casati Stampa annotava con dovizia di particolari i rapporti sessuali della consorte e che sarà decisivo nella ricostruzione dell’intera faccenda. Leggiamone alcuni estratti: «Al mare con Anna ho inventato un nuovo gioco. L’ho fatta rotolare sulla sabbia, poi ho chiamato due avieri per farle togliere i granelli dalla pelle con la lingua».
E ancora: «Oggi Anna mi ha fatto impazzire di piacere. Ha fatto l’amore con un soldatino in modo così efficace che da lontano anche io ho partecipato alla sua gioia. Mi è costato trentamila lire, ma ne valeva la pena».
E poi la confessione del piacere degenerato del vizioso nobiluomo: «Mi piace quando sei a letto con un altro, sento di amarti ancora di più».
Antonio Pagliuso