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Marco Gallo pagato per uccidere l’avvocato Pagliuso, difensore dei Mezzatesta

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E’ maturato in un contesto di ‘ndrangheta l’omicidio dell’avvocato Francesco Pagliuso, di 43 anni, ucciso a Lamezia Terme la sera del 9 agosto 2016.
avvocato PagliusoIl dato è emerso dalla conferenza stampa in cui la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, guidata dal procuratore Nicola Gratteri, e l’Arma dei carabinieri hanno illustrato l’esito di un’indagine che ha portato all’arresto del presunto killer del legale lametino, il 33enne Marco Gallo, di Falerna.
L’uomo è già in carcere per l’assassinio del dipendente delle ferrovie della Calabria Gregorio Mezzatesta, di 53 anni, avvenuto il 24 giugno 2017 in pieno centro a Catanzaro.
Sono state proprio le indagini sul delitto Mezzatesta a dare una svolta nelle investigazioni sull’omicidio dell’avvocato Pagliuso, perchè hanno consentito agli inquirenti di scoprire molti punti di contatto e molti collegamenti tra i due omicidi e quindi di mettersi sulla pista giusta che ha portato all’identificazione di Marco Gallo come responsabile dei due fatti di sangue.
A illustrare i dettagli di un’inchiesta particolarmente complessa e laboriosa, che si è avvalsa anche dell’apporto di reparti specializzati del Ros dei carabinieri provenienti da Roma, sono stati il procuratore capo della Dda di Catanzaro Nicola Gratteri; il procuratore aggiunto della Dda Giovanni Bombardieri; il comandante provinciale dell’Arma, Marco Pecci; il tenente colonnello del Ros Crimini Speciali di Roma Alessandro Mucci e il maggiore Giovanni Migliavacca, comandante del Ros di Catanzaro.
Gratteri ha evidenziato come “fin dalla sera dell’omicidio dell’avvocato Pagliuso con i carabinieri abbiamo impresso un ritmo forte alle investigazioni che, per me, a un certo punto sono diventate un’ossessione.
Il risultato è questa indagine molto importante che – ha sostenuto ancora il capo della Dda catanzarese – mi ispira molta soddisfazione per l’alto livello probatorio raggiunto”.
Bombardieri ha ricostruito il lungo e meticoloso lavoro di individuazione del killer dell’avvocato Pagliuso, concluso dopo l’incrocio di un’imponente mole di materiale fatto di migliaia di immagini tratte dalle riprese di videosorveglianza, celle telefoniche e tavole del Gps.

Le indagini – ha detto – si sono concentrate anche ai giorni immediatamente precedenti, e infatti si è riusciti a individuare un soggetto che teneva comportamenti sospetti, perchè presente sul luogo in orari inusuali come le due di notte e in tenuta da jogging, al punto che l’abbiamo definito il “podista”.
E poi in corrispondenza dell’arrivo di questo podista si è notata la stessa macchina transitare in quel posto. Grazie a successivi accertamenti, che hanno impegnato i carabinieri in un’impressionante e straordinaria attività, siamo risaliti a dare un nome e un volto al “podista” e cioè alla figura di Marco Gallo.
Importantissime comunque – ha spiegato ancora il procuratore – sono state anche le indagini sull’omicidio di Gregorio Mezzatesta, dalle quali abbiamo sviluppato “a raggiera” approfondimenti che si sono rivelati fondamentali, perché abbiamo potuto verificare i collegamenti e i contatti di Gallo”.
Gratteri e Bombardieri hanno poi evidenziato il fatto che a carico di Marco Gallo è stata contestata anche l’aggravante di aver commesso il delitto Pagliuso per favorire un’organizzazione mafiosa, confermando come “l’omicidio dell’avvocato lametino può essere inquadrato in un contesto di ‘ndrangheta e inserito nell’ambito dello scontro in atto tra le famiglie Mezzatesta e Scalise”.
Una conflittualità che, negli ultimi anni, è sfociata in una vera e propria faida nell’ambito della quale sarebbe maturato anche il duplice omicidio di Giovanni Vescio e Francesco Iannazzo, avvenuto in un bar a Decollatura il 19 gennaio 2013.
Per tale duplice assassinio sono stati processati due esponenti della famiglia Mezzatesta, difesi proprio dall’avvocato Pagliuso.
Dalle indagini inoltre è emerso – hanno sottolineato gli inquirenti durante la conferenza stampa – che l’avvocato Pagliuso aveva iniziato a difendere i Mezzatesta dopo aver in passato curato gli interessi degli Scalise, dai quali il legale si sarebbe allontanato a causa di divergenze professionali. Tutto ciò – ha evidenziato Bombardieri – puo’ aver fatto di Pagliuso un bersaglio”.
Così come – ha rivelato Gratteri – dalle indagini è emerso il rapporto sempre più stretto, non solo professionale ma anche personale che, nel corso di un anno, si sarebbe consolidato tra Marco Gallo e la famiglia Scalise.
Il procuratore Gratteri ha infine affermato che “quello odierno è solo un primo step”, nel senso che l’indagine non è affatto chiusa ma va avanti per accertare eventuali ulteriori livelli di responsabilità ed eventuali mandanti”.

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