“Mare & Coste”, la Blue Economy in Calabria
4 min di letturaLa Blue Economy in Calabria, “Mare & Coste”, deve essere favorita, incentivata e sostenuta adeguatamente
Le tantissime Bandiere Blu, conferite ai Comuni rivieraschi della Calabria, devono essere il nostro emblema, simbolo di eccellenza e affidabilità ambientale dei nostri due mari, con acque marine salubri e spiagge pulite, ben curate e balneabili.
Il nuovo diritto internazionale del mare e l’economia del management delle attività portuali, direttamente e indirettamente, correlati alla Blue Economy, da sempre rappresentano i cardini giuridici ed economici portanti, i quali consentono agli investitori nazionali e stranieri, di moltiplicare in modo esponenziale, il valore del capitale di rischio e di investimento, a breve e lungo termine.
Creare una diversificazione di impiego delle risorse finanziarie comunque disponibili in Calabria o qualunque altra regione costiera d’Italia, dovrebbe essere considerata in teoria economica, una buona pratica da attuare senza ritardi, a tutela e salvaguardia del capitale proprio e dei soci investitori.
La infinità della grandezza e bellezza delle aree costiere calabresi, sulle quali investire e creare nuove attività d’impresa ad altissimo rendimento economico, conviene in ragione delle risorse ambientali di pregio ancora disponibili e fruibili, sui oltre 800 chilometri di fascia costiera.
Parliamo di aree costiere presenti nei due mari, Jonio e Tirreno che bagnano la Calabria, realtà paesaggistiche ricche di verde, macchia mediterranea, libere da insediamenti industriali e commerciali impattanti, tutte fronte mare, grazie a Dio, ancora balneabili e con acque marine prevalentemente azzurre, trasparenti e incontaminate.
Tante sono le denominazioni attribuite a questi luoghi incantevoli, che madre natura ha donato alla Calabria, con una varietà di nomi accostati alle produzioni tipiche locali, agroalimentari, floreali e agrumarie, presenti esclusivamente in Calabria, dai quali si estrae la preziosa essenza del bergamotto di Reggio Calabria, base essenziale per la produzione dei migliori profumi esistenti al mondo.
Gli agrumi e loro derivati, i prodotti agricoli, alimentari, della pesca e vini di Calabria, oramai sono richiesti, gustati e apprezzati, da tutti gli abitanti del pianeta terra.
Questi ambiti spaziali marittimi-costieri, sono il presente e il futuro dell’economia marittima regionale in Calabria.
Il Mare Blu Economico, inteso come la risorsa acquea marina economica che può soddisfare variegati bisogni privati e pubblici, in questo ultimo decennio ha registrato incrementi di valore economico incomparabili con altre aree territoriali del nostro Paese chiamato Italia.
Una ammirevole e favorevole politica economica del e verso il mare e le coste della Calabria, permetterebbe al sistema delle imprese marittime e costiere, i cui titolari della nuova impresa turistica-ricettiva e balneare, decidessero di esplorare questo settore vergine, un tornaconto economico-finanziario, pari se non prevedibilmente superiore, al quadruplo del capitale investito.
Il presente e il futuro economico sarà il territorio costiero e il mare, chi non ritiene attendibile questa convinzione personale, può liberamente continuare a lavorare molto sodo in altre non insignificanti aree economiche, registrando a conti fatti, molti pochi e scarsi utili d’impresa.
Con il recentissimo art. 12, del Decreto Legge, n.63 del 15 maggio 2024, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, il Governo, ha potenziato e dato più forza alla imprenditoria in generale per favorire la Blue Economy, attraverso il nuovo così detto, “Ministero del Mare”.
Questa novella legislativa segue di pochi mesi la costituzione della Zona Economica Speciale per il Mezzogiorno (ZES Unica) istituita con il Decreto Legge, n.124 del 19 settembre 2023, convertito con modificazioni, dalla legge n.162 del 13 novembre 2023, (in G.U. 16 .11. 2023, n.268).
La ZES Unica del sud d’Italia, opportunamente strutturata, organizzata, gestita e seguita con particolare attenzione, da professionisti della Blue E Green Economy, potrebbe essere e rivelarsi, un idoneo volano di crescita economica per tutta la Calabria, a patto che si riducano i costi fissi dei canoni demaniali marittimi ad usi commerciali turistici- ricreativi, non dimenticando di valorizzare al contempo, la nautica da diporto.
Ridurre con una operazione strategicamente centrata, il costo attualmente corrisposto all’erario per l’occupazione spiagge in concessione pluriennale, aree e spazi demaniali marittimi, costiero-ricreative e portuali, destinati a fini turistici e commerciali; tale operazione non solo favorirebbe e incentiverebbe la crescita occupazionale a tempo determinato stagionale, dei giovani studenti diplomati e laureati in attesa di prima occupazione, ma solleciterebbe in meglio il pensiero economico di crescita di chi vorrebbe ampliare la propria capacità ricettiva delle proprie strutture e incrementare l’offerta turistica pubblica dei propri servizi, a costi accessibili e adeguati al mercato in sicura crescita economica.
Io stesso ho ricevuto, nei giorni scorsi, una richiesta di informazioni da parte di un direttore commerciale di una crescente realtà aziendale, operante nel nuovo settore delle “Isole galleggianti balneari abitabili attrezzate”, per condividere i suoi interessati progetti commerciali, riguardanti la valorizzazione e fruibilità del Mare e delle Coste della Calabria.
Il Mare e le Coste della nostra Italia in generale e della Regione Calabria in particolare, sono un patrimonio economico unico da valorizzare, a totale beneficio delle aree territoriali dei piccoli e grandi Comuni costieri, aree notoriamente più sensibili ed economicamente bisognose di essere sostenute con operazioni ad altissimo rendimento occupazionale e sociale, a totale beneficio plurimo della Regione costiera considerata a pieno titolo e senza alcuna riserva, tra le più belle , vivibili e ospitali d’Italia.
(Prof. Emilio Errigo, docente titolare di “Diritto Internazionale del Mare” e di “Management delle Attività Portuali”, corso di laurea magistrale in Economia Circolare – Università della Tuscia)